a cura della Redazione “Il Postalista”
Tutto il mondo ricorda il settecentesimo anniversario della morte (13 giugno 1321) di Fernando Martino di Buglioni meglio conosciuto come Sant’Antonio. Il grande taumaturgo era nato a Lisbona il 15 agosto 1195 ed è morto Padova il 13 giugno del 1321. Sacerdote agostiniano, frate francescano e dottore della chiesa, è sepolto a Padova: è Patrono di Portogallo, Brasile, e di moltissime città italiane, tra cui Anzio, Afragola, Lamezia Terme, Sassari e Padova. Si festeggia il 13 giugno di ogni anno con grandi manifestazioni di affetto. Si ricorre a sant’Antonio per ogni necessità corporale o spirituale con una speciale preghiera detta tredicina, consuetudine di prepararsi per tredici giorni alla festività del 13 giugno.
Per noi filatelisti o filografi o amanti delle lettere affrancate o non, Sant’Antonio è ricordato quale “Custode della Corrispondenza”. Perché tanto ardore? Le prime lettere, come quelle dei nostri giorni, portavano chiaro il nome del mittente, del destinatario e della città di partenza e di arrivo. Le indicazioni del destinatario spesso erano senza via o molto generiche e si affidavano alla conoscenza del portalettere.
In passato, specie sulle lettere che tutti chiamano prefilateliche, troviamo delle indicazioni curiose e spesso rare come ad esempio:
– Da consegnare graziosamente nelle mani
– Ovunque sia da trovarsi
– En diligence
– QDG che Dio guardi o QDC (quant Deus conservat)
– D.D.G (Dien God Gelaide)
– Cito, cito, cito, citissime
– Volando, volando, volando, volantissime
Tante espressioni simili di cui conosciamo significato e valore nel ricordo di Giovanni Riggi di Numana.

Riporto una parte della lettera spedita da Batavia e riprodotta nel pregevole libro “La Posta – una storia affascinante” (Dimitri Kandaouroff, Vallecchi, 1974), che riporta l’indicazione del mittente che affida a Dio il recapito della sua missiva che D.G.G. (Dien God Gelaide).

Sant’Antonio, invece, è ricordato per un miracolo fatto ad una sposa nel 1729, il cui marito, un mercante spagnolo di Oviedo emigrò in Perù per motivi di lavoro. La moglie scrisse tante lettere senza mai ricevere risposta, e prima di spedirgli l’ennesimo scritto, si raccomandò a Sant’Antonio, e depose la lettera tra le mani della statua del santo chiedendogli di recapitarla direttamente al marito. Dopo tre o quattro giorni tra le mani della statua del santo la donna trovò la riposta e alcune monete d’oro.
Sbalorditi, alcuni frati furono chiamati e corsero sulla scena e aspettarono che la lettera miracolosa fosse aperta. La lettera era datata 23 luglio 1729 e diceva:
“Mia carissima moglie. Da tempo aspettavo una tua lettera, e sono stato molto turbato e preoccupato per non aver avuto tue notizie. Ma finalmente la tua lettera è arrivata e mi ha dato gioia. Era un padre del Ordine di San Francesco che me l’ha portato. Ti lamenti che ho lasciato le tue lettere senza risposta. Ti assicuro che quando non ne ho ricevute da te ho creduto che dovessi essere morta, e così puoi immaginare la mia felicità all’arrivo della tua lettera. Ti rispondo ora per lo stesso Padre religioso, e ti mando trecento corone d’oro, che dovrebbero bastare per il tuo sostegno fino al mio prossimo ritorno.
Nella speranza di essere presto con voi, prego Dio per voi, e mi raccomando al mio caro patrono Sant’Antonio, e desidero ardentemente che continuiate ad inviarmi vostre notizie.
Il tuo più affettuoso,
Antonio Dante“
La lettera originale, scritta in spagnolo, è custodita e conservata con affetto presso il Monastero francescano di Oviedo. In ricordo di questo evento, la pratica di scrivere S.A.G. (Guida di Sant’Antonio) sulle lettere è diventato popolare, ponendo così le lettere sotto la protezione di Sant’Antonio che confidano porterà la lettera sana e salva alla sua corretta destinazione.
Da allora Sant’Antonio è invocato come guida e protettore della corrispondenza, ecco la sigla che potrete trovare su qualche chiudilettera o scritta a mano
Articolo di Ercolano Gandini detto Luciano
Il Postalista
Rivista on line di cultura filatelica e storico postale
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