a cura della Redazione !Italiacanora”
Il ventesimo festival della canzone italiana si tenne a Sanremo dal 26 al 28 febbraio 1970.
Sede della manifestazione: Il salone delle feste del Casinò Municipale di Sanremo. Direzione artistica (patron): Gianni Ravera e Ezio Radaelli. Presentarono la 20a edizione: Presentarono: Enrico Maria Salerno, Ira Fürstenberg e Nuccio Costa.
Orchestra: Orchestra diretta dai maestri: Renato Angiolini, Alberto Baldan Bembo, Willy Brezza, Mario Capuano, Carmelo Carucci, Franco Cassano, Pino Massara, Ruggero Cini, Maurizio De Angelis, Nando De Luca, Tony De Vita, Pierre Dutour, Luis Bacalov, Claudio Fabi, Gianfranco Intra, Ezio Leoni, Gianni Marchetti, Detto Mariano, Augusto Martelli, Natale Massara, Marcello Minerbi, Gianfranco Monaldi, Roberto Negri, Piero Pintucci, Gian Franco Reverberi, Paolo Rosi, Vince Tempera, Vito Tommaso e Renato Serio. Trasmissione: I Collegamenti Radio e Televisione furono come gli anni precedenti. Canzoni in gara e cantanti: Le canzoni in gara furono 26 i cantanti 52.
In tutto le canzoni presentate per la gara dalle case discografiche furono 303.
La formula: La Commissione chiamata a giudicarle, impiegò una settimana per la scelta delle 26 da portare al Festival.
Le canzoni furono presentate al pubblico le due serate, divise in gruppi da 13. D’ogni gruppo le sette migliori andarono in finale. Furono i 550 giurati, (22 giurie), dislocati nelle redazioni dei quotidiani a mandare in finale le migliori. La terza ed ultima serata i giurati poterono scegliere solo tre brani a testa.
Il ’68 e le rivendicazioni dei lavoratori non lasciano indifferente Adriano Celentano, che a partire da “Il ragazzo della via Gluck” e “Mondo in Mi 7a” ha ormai abbandonato i panni del semplice “urlatore” per commentare a suo modo i cambiamenti nella società italiana. Ma con una certa sorpresa da parte di chi lo aveva ascoltato inveire contro l’industrializzazione nel “Ragazzo della via Gluck”, stavolta Celentano, pur ispirandosi al John Lennon di “Give peace a chance” per gli spunti corali, stigmatizza i lavoratori che rinunciano allo stipendio per difendere i loro diritti: a causa loro, “c’è il caos nella città”. Non ne escono molto meglio le loro mogli, che, sostanzialmente, si concedono in cambio di danaro. Inevitabilmente, “Chi non lavora…” viene ribattezzata la “canzone antisciopero” o “canzone crumira”.
Celentano la presenta al Festival di Sanremo del 1970, e ne fa cantare la seconda versione alla moglie Claudia Mori. Come d’abitudine, il cantante è protagonista di una sorta di pantomima: proprio come nel Festival del 1966, interrompe l’orchestra subito dopo l’inizio, perché ha dimenticato le parole. Dopo che l’orchestra ha ricominciato, nuova interruzione. “Intanto Adriano riesce a restare più a lungo davanti alle telecamere ottenendo che la gente si imprima bene in testa la frase storica: Chi non lavora non fa l’amore” (da “L’Italia di Sanremo”, Gianni Borgna, Mondadori). Molti cantanti si spazientiscono. Iva Zanicchi, ad esempio, commenta: “Sono dieci anni che quando sale sul palcoscenico fa le stesse smorfie e gli stessi gesti. Chi mi stupisce è il pubblico, che dopo tanti anni ci casca ancora”. Gelida la replica: “Un giudizio di Iva Zanicchi, buono o cattivo, non mi interessa minimamente”. Il fatto che il brano vinca il Festival è visto da alcuni come un risarcimento a Celentano, convinto a fatica a partecipare dopo anni di sconfitte e soprattutto dopo lo “smacco” dell’eliminazione del “Ragazzo della via Gluck”. Ma i più lo interpretano come un “segnale” alla nazione da parte del governo. Sul “Radiocorriere TV” Corrado Guerzoni scrive che la canzone “diventerà molto probabilmente l’inno della moderazione italiana”. Sul settimanale “Panorama” Myriam De Cesco illustra il “caso”:
“Celentano ama definirsi ignorante: vive circondato da una schiera di amici e parenti (a Sanremo è arrivato con 50 persone) che lo seguono con adorazione. (…) E’ religioso, osservante, antidivorzista. Non si interessa di politica: gli amici dicono che è un democristiano di destra. Con la sua ultima canzone, una ballata di protesta contro gli scioperi, Celentano è stato definito qualunquista, fascista, reazionario. ‘Il mio vuole essere un invito a comporre pacificamente e in fretta le vertenze sindacali’, si difende Celentano. ‘La politica non c’entra’, spiega Luciano Beretta, paroliere che si definisce il braccio destro del cantante. ‘E’ una storia alla milanese: una mano sul cuore e una sul portafoglio. Come dire: caro padrone, dammi l’aumento perché ho anch’io diritto di vivere in pace con mia moglie come tu fai con la tua’. L’idea è venuta a Beretta e Celentano a novembre, quando a Milano si vedevano i cortei dei metalmeccanici. Un’idea che ha preso corpo il giorno che Beretta ha assistito davanti alla Rinascente e una discussione tra marito e moglie. Lei gridava: ‘Torna a lavorare, per l’amore del cielo, che qui il portafoglio fa acqua’. Una giustificazione che non ha convinto. ‘E’ un insulto ai lavoratori e alla loro causa’, ha detto Sergio Endrigo, terzo a Sanremo con ‘L’arca di Noè’: ‘Io, signor padrone non l’ho mai detto e non lo dirò mai a nessuno’. Perfino Il Tempo, quotidiano romano di destra, ha definito il testo della canzone ‘una barzelletta reazionario-populista’.” L’accusato ribatte: “Qui non ha capito niente nessuno. Endrigo, poi, è uno scontento per vocazione. L’unico che ha capito è il pubblico”.
La vincitrice fu Claudia Mori in coppia col marito Adriano Celentano, per entrambi fu la sola vittoria ottenuta a Sanremo. La canzone ebbe un gran successo. La contro tendenza del testo della canzone, “Chi non lavora non fa l’amore” in pieno femminismo, fu una trovata geniale per il cantante che andò a vincere. Ricordiamo che nel 1970, la cultura Italiana era in piena rivoluzione. La prima sera del Festival Celentano, quando si esibì, fermò l’orchestra perché si era dimenticato le parole della canzone. Nilla Pizzi Una settimana prima che iniziasse la manifestazione, si svolse una serata per ricordare i 19 anni del Festival, furono invitati tutti i vincitori, non prese parte alla manifestazione la “Regina della canzone” Nilla Pizzi. Per la 20a edizione non mancarono le polemiche, ed i tentati suicidi per non essere stati ammessi alla gara canora. Un giovane cantante Armando Stula, perché non fu scelto, ingerì due flaconi di tranquillanti, fu salvato grazie al tempestivo intervento dei poliziotti avvisati da una persona che gli stava vicino.
Una giovane donna, per il semplice fatto, che, non le permisero di assistere alla Trasmissione ingerì della candeggina.
La società Due Erre Organizzatrice del Festival, chiese il passaporto del cantante Nino Ferrer, il cui vero nome è Agostino Ferrari, come prova della cittadinanza Italiana, infatti, gli accordi con la Cisas (Confederazione Italiana Artisti dello Spettacolo) erano quelli di non superare un certo numero d’interpreti stranieri. In ogni modo tutto si ridusse in una bolla di sapone, perché la nazionalità del cantante era già stata provata, con un documento. Patty Pravo Per l’edizione del 1970, il Comune di Sanremo istituì un premio che consistette in un milione di lire in gettoni d’oro per il miglior testo fra tutti i brani in gara. La scelta di una commissione speciale, fu per “L’arca di Noè” L’autore; Sergio Endrigo. Ricordiamo l’esordio felice del gruppo Genovese “I Ricchi e Poveri” la canzone ” La prima cosa bella” fu davvero un gran successo, erano popolari, e bravi. Diventarono presto i beniamini di tutti. Da non dimenticare Patty Pravo, non fu un momento felice per il suo esordio con “La spada nel cuore”.
Ecco la lista, ordinata alfabeticamente, dei brani partecipanti (con artisti, autori e compositori):
“Accidenti” interpreti: Supergruppo & Rocky Roberts – Autori; Gianco-Pieretti
“Ahi,ahi,ragazzo” cantata da: Rita Pavone & Valeria Mongardini – Autori; Migliacci-Napolitano
“Ahi! Che male che mi fai” interpreti: Paolo Mengoli & I ragazzi della Via Gluk – Autori;Cutugno-Minellono
“Canzone blu” cantata da: Tony Renis & Sergio Leonardi – Autori; Mogol-Testa-Renis
“Che effetto mi fa” interpreti: Pino Donaggio & Sandie Shaw – Autori;Donaggio – Minellono
“Chi non lavora non fa l’amore” cantata da: Adriano Celentano & Caludia Mori –Autori; Celentano-Berretta – Del Prete
“Ciao, anni verdi” interpreti: Rosanna Fratello & I Domodossola – Autori; Pallavicini-De Luca-Celentano
“Enternità” cantata da: Ornella Vanoni & I Camaleonti – Autori; Bigazzi-Cavallaro
“Hippy” interpreti: Fausto Leali & Carmen Villani – Autori; Beretta –Leali
“Io mi fermo qui” cantata da: Donatello & Dik Dik – Autori; Riccardi – Albertelli
“L’addio” interpreti: Michele & Lucia Rizzi – Autori; Lo Vecchio – Maggi – Bardotti
“L’amore è una colomba” interpreti: Marisa Sannia&Gianni Nazzaro – Autori; Bigazzi-Savio
“La prima cosa bella” Ricchi e Poveri & Nicola di Bari –Autori; Mogol- Di Bari
“L’arca di Noè” interpreti: Sergio Endrigo & Iva Zanicchi – Autori; Endrigo
“La spada nel cuore” interpreti: Patty Pravo & Little Tony – Autori; Mogol-Donida
“La stagione di un fiore” cantata da: I Gens & Emiliana – Autori; Ruisi – Rossi
“Nevicava a Roma” interpreti: Renato Rascel & Pio –Autori Negri-Verdecchia-Del Prete-Berretta
“Occhi a Mandorla” cantata da: Rossano & Dori Grezzi – Autori, Soffici-Pallavicini
“Ora vivo” interpreti: Dino Drusiani & Francesco Banti – Autori; Pagani- Favata
“Pa’ diglielo a ma’” cantata da: Nada & Rosalino –Autori; Gigli-Migliacci-Fontana
“Re di cuori” interpreti: Caterina Caselli & Nino Ferrer – Autori; Cavallaio-Savio-Bigazzi
“Romantico blues” cantata da: Gigliola Cinquetti & Bobby Solo- Autori; Pilat-Pace-Panzeri
“Serenata” interpreti: Tony Del Monaco & Claudio Villa – Autori; Polito-Bigazzi-Savio
“Sole, pioggia e vento” interpreti: Mal & Luciano Tavoli- Autori; Mogol Isola
“Taxi” cantata da: Antoine & Anna Identici – Autori Pace-Panzeri-Argenio-Conti
“Tipitipiti” interpreti: Orietta Berti & Mario Tessuto – Autori; Pace- Panzeri-Pilat
Classifica finale:
Al primo posto: Adriano Celentano; Claudia Mori, con “Chi non lavora non fa l’amore”
Al secondo posto: I Ricchi e Poveri; Nicola di Bari, con “La prima cosa bella”
Al terzo posto: Sergio Endrigo; Iva Zanicchi con ” L’arca di Noè”