a cura della Redazione GreenMe
Anche se oggi è comune avere molteplici relazioni brevi, facciamo attenzione se questa diventa un’abitudine!
Vivere molte relazioni di breve durata, troncandole ai loro inizi più o meno volontariamente, è piuttosto comune al giorno d’oggi. Tuttavia, le motivazioni che stanno alla base di questo comportamento possono essere molto diverse tra loro.
Oggi la mentalità, l’approccio alle relazioni e la concezione stessa del tempo sono molto cambiati rispetto al passato: per questo, se iniziare e poi troncare delle relazioni sul nascere può essere considerato “fisiologico”, normale, i problemi iniziano a presentarsi quando questa pratica diventa un’abitudine.
Spesso, infatti, anche se si fatica a rendersene conto, troncando alcune relazioni non si fa altro che sabotare se stessi perdendosi la possibilità di vivere una storia d’amore piena e soddisfacente. Spesso il motore di questo atteggiamento è, paradossalmente, la paura dell’abbandono che a volte si configura come dipendenza emotiva.
Sì, perché il dolore della perdita, chiunque lo sa, è talmente forte da rischiare di schiantarci prepotentemente a terra. Chi salta da una relazione all’altra, perdendo continuamente i partner cui si lega, fa in modo di evitare questo dolore agendo “preventivamente” e sostituendo la volontà e il potere personale all’imprevedibilità delle circostanze. Purtroppo, come prima detto, ciò rischia di porre fine a delle possibili ottime storie di coppia.
C’è poi un altro rischio, che non riguarda più la possibilità di vivere amori profondi ma riguarda invece il rapporto con se stessi: saltare da una relazione all’altra induce, spesso, a perdere il contatto con il sé più profondo. In questo vorticare di relazioni potremmo perdere coscienza, infatti, di ciò che ci piace e ci attrae veramente, ma anche dei nostri sogni più profondi. Addirittura, potremmo perdere la capacità del “sano star da soli” smettendo di nutrire i nostri bisogni individuali.
Insomma, a volte il saltare da una relazione all’altra, se diventa seriale, può essere un atteggiamento non connotato da vivacità e genuinità ma piuttosto presentarsi come la “copertura” di un disagio interiore.
Come scrive la specialista Jen Kim su Psychology Today, sarebbe necessario abituarci a riflettere un po’ di più prima di chiudere i rapporti: se nella scelta del partner solitamente l’attenzione è alta e, oltre al cuore, si attiva anche molta “testa”, tanti rapporti invece vengono chiusi alla prima difficoltà e senza un adeguato tempo di riflessione e metabolizzazione.
Tempo al tempo, insomma: ecco il mantra più utile sia per chi sta iniziando una relazione che per chi si sente “stretto” e medita di chiuderla dopo i primi appuntamenti.
Adottare un atteggiamento auto-analitico e riflessivo non significa tradire i propri sentimenti né tantomeno sottoporli a un “moralismo” rigido, ma significa semplicemente divenire accorti nei confronti degli inganni che la nostra stessa mente può, a volte, presentarci.
Affrontare la possibilità della perdita anziché cancellarla con un trucco rapido ma inefficace, darsi il tempo di conoscere una persona a fondo o riflettere prima di buttarsi in una nuova relazione significa semplicemente darsi la possibilità di capire se davvero vogliamo fare ciò che stiamo facendo o non sono piuttosto traumi e paure a essersi impadroniti di noi.
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