a cura delle Redazioni di Italiadelight e E-borghi
Roccavivara domina la valle del fiume Trigno e gode di una posizione geografica davvero spettacolare. E’ un concentrato di risorse archeologiche, artistico-religiose e naturalistiche. Dalla villa romana di età imperiale, alla chiesa di Santa Maria del Canneto, tra gli esempi più significativi dell’arte romanica, ai boschi di faggi secolari presso il Lago Ivalso.

Sulle origini del nome di Roccavivara esistono due ipotesi, la prima vuole che esso derivi da Rocca Bonnarii, facendo riferimento al suo fondatore, un certo Bonnario; la seconda che esso provenga da Rocca di Vivara, riferendosi alla contrada di Vivara tuttora esistente e confinante con il comune di Roccavivara. La parte bassa dell’agro di Roccavivara offre ampie testimonianze della presenza di centri abitati all’epoca di Roma repubblicana ed imperiale. Notizie storiche ci dicono che nel 1268 era feudatario di Roccavivara Gualtiero di Vollers; a costui seguì Bertrando Cantelmo, la cui discendenza tenne il dominio fino al 1442. Successivamente il potere passò ai Sangro, ai Carafa e ai Coppola fino all’abolizione della feudalità. In località San Fabiano è stato rinvenuto un sito molto interessante: una villa romana sicuramente costruita su un pianterreno sostenuto da una costruzione megalitica.
Di pregevole valore storico-artistico è il Santuario di Santa Maria in Canneto, che merita sicuramente una visita.
Molto interessanti infine sono le tradizioni legate alle ricorrenze religiose. Particolare cura infatti viene messa nella preparazione e nello svolgimento della Festa di San Giuseppe che ricorre due volte l’anno. Le famiglie che conservano le tradizioni tramandate dagli avi, invitano a pranzo, a base di baccalà e cereali il 19 marzo e a base di carne il primo maggio, tre persone rappresentanti la Sacra Famiglia. La festa è preceduta dalla Benedizione del Pane che verrà consumato dalle famiglie.
Un’altra tradizione è quella del Gallo di San Rocco. Un gallo veniva collocato in un tombino da cui fuoriusciva solo la testa; al cospetto degli astanti, una persona bendata tentava di ammazzare l’animale vibrando un deciso colpo di verga. Da qualche anno la manifestazione si svolge utilizzando un gallo finto di gesso dopo ripetute proteste degli animalisti.
Un’altra iniziativa rilevante, perseguita da molte famiglie, è quella denominata Le Sagne de la Madonna. La cerimonia prevede da parte dei devoti di inviare sette ragazze e un’anziana signora in località Santa Maria di Canneto. Il gruppo rappresenta al cospetto della Santa Vergine i desideri e le intenzioni della famiglia. Al ritorno in paese viene fatto trovare loro un piatto tipico detto Le Sagn’ de la Madonne, pasta fatta in casa condita con sugo o aceto e spezie varie. Il pasto viene poi distribuito agli altri rocchesi. Presso l’altare con decorazione della Madonna, corre una leggenda che la statua sorrida alle persone veramente care a Dio, dopo la preghiera della messa.
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