a cura di “Fabrizio Caramagna”
È questo intreccio di bianco e nero, di bene e male, di fragilità e meraviglia, di desiderio e disincanto, di rinuncia e di “vorrei qualcosa di impossibile”. È questo intreccio che ci confonde, e ci fa sentire più sbagliati di tutti gli sbagliati e più vivi di tutti i vivi. Le scelte sono belle ma anche le rinunce hanno un loro valore, perché definiscono i nostri limiti, perché mostrano le strade rimaste senza destino, le cose costruite e non finite, i condizionali che non sono fioriti. Esiste un punto oltre il quale non si può andare. I più lo chiamano rinuncia. Per me si tratta semplicemente di sopravvivenza. E se con una scelta si accettano migliaia di rinunce, con una rinuncia si aprono migliaia di nuove scelte. Forse ci vorrebbe un’educazione alla rinuncia. Perché volere tutto, equivale a non cambiare mai. La rinuncia fa male, è vero, ma è il prezzo che paghiamo per conservare la nostra individualità. Non ho mai saputo se eri una ferita, una cicatrice, un brivido o un rinuncia. La rinuncia a un progetto sbagliato è già un traguardo. La rinuncia è ambivalente: può generare frustrazione o pienezza. Non c’è religione, dottrina, credo, setta, ideologia, partito, fazione, gruppo, collettivo, circolo, branco, che possa costringermi a rinunciare alla ragione. Nella vita capita di rinunciare alle persone speciali a favore di altre che non ci interessano, semplicemente ci capitano così, con le loro abitudini e i loro pensieri vuoti e prevedibili. Chissà perché ci adeguiamo a loro? Forse perché volare è troppo impegnativo, forse perché, quando si ama troppo, il sangue brucia sotto la pelle ed è più semplice adagiarsi in una buca e non sentire nulla. Andava così fiero dei suoi ideali giovanili, così brucianti, sempre in prima linea, decisi a vendere cara la pelle, persino sfrontati e disinvolti. Ma poi, col tempo, si sono immalinconiti, si sono fatti caricatura di se stessi e ritirati nella stanza della rinuncia e della rassegnazione.
Fabrizio Caramagna, conosciuto anche come “ricercatore di meraviglie”, è uno degli autori italiani più citati e lo scrittore di aforismi (vivente) più citato al mondo.