a cura della Redazione di “Motori e manutenzione”


Con l’arrivo della primavera (ma si tratta di un accorgimento utile tutto l’anno), è consigliabile controllare le condizioni dell’impianto A/C: vediamo di cosa si tratta e quanto mettere in conto per la ricarica del gas. Sempre più di frequente avviene che la manutenzione all’autoveicolo riguardi anche una verifica all’impianto di aria condizionata, e la ricarica periodica del climatizzatore: in altre parole, si tratta di ripristinare la corretta quantità di gas refrigerante che scorre nel circuito di climatizzazione stesso.

Impianto A/C: come funziona

Il condizionatore segue un semplice principio fisico: per effetto della condensazione (trasformazione di un gas in liquido) si verifica assorbimento di calore. Viceversa, nella liquefazione avviene una fase di rilascio di calore. In quest’ultimo passaggio, che porta il gas al di sotto della sua temperatura critica, la liquefazione viene favorita dalla compressione: più che produrre aria fredda, cioè, il climatizzatore sottrae aria calda dall’abitacolo, che viene raffreddata quanto entra in un evaporatore che contiene liquido freddo (a sua volta immesso in circolazione tramite un compressore che svolge una funzione di pompa). Il gas viene inviato al condensatore, diventa liquido e viene poi mandato in un serbatoio, dove si eliminano impurità e umidità residue. Soltanto quando questa fase è conclusa, avviene la vaporizzazione.

Condizionatore auto: come usarlo al meglio

L’impianto di aria condizionata che equipaggia l’autoveicolo, se viene mantenuto in buone condizioni di esercizio e utilizzato correttamente è in grado di rinfrescare l’abitacolo in breve tempo. È bene, quando si sale a bordo della vettura, non accendere immediatamente il condizionatore, ma attendere qualche minuto, ed in primo luogo aprire i finestrini per favorire il ricambio d’aria, per poi azionare brevemente il ventilatore con funzione di riciclo.

Impianto A/C: come “sentire” se qualcosa non va

I semplici (tuttavia importanti) accorgimenti elencati qui sopra costituiscono una pratica da mettere in atto nel normale utilizzo quotidiano dei servizi di bordo: l’automobilista, dal canto suo, deve effettuare con cadenza periodica la ricarica del gas refrigerante.

Se il livello del gas nel circuito è basso, l’impianto non è in piena efficienza. In effetti, se il condizionatore non “sforza”, non si trova a dover incidere in maniera negativa sui consumi e, conseguentemente, sulle emissioni.

Se la temperatura all’interno dell’auto non scende molto, ecco un segnale della necessità di provvedere alla ricarica dell’impianto A/C. Inoltre, è possibile che con il trascorrere del tempo, oppure se la vettura viene utilizzata sovente su strade sconnesse, i tubi e i manicotti potrebbero allentarsi leggermente e provocare delle piccole perdite di gas.

Ricarica A/C in officina: quando va fatta, quanto costa

In linea di massima, la ricarica del gas refrigerante va pianificata ogni due anni, oppure ogni 60.000 km al massimo dall’ultima ricarica in ordine di tempo. Il libretto di uso e manutenzione riporta sempre i tempi e le percorrenze da rispettare.

La ricarica dell’impianto di condizionamento è un’operazione piuttosto semplice e rapida, “di routine”, e di costo relativamente contenuto. È consigliabile che non venga sottovalutata, perché sottopone l’intero impianto ad un salutare controllo del suo “stato di salute”. Quindi: in occasione dei tagliandi periodici al veicolo, è consigliabile chiedere all’autoriparatore di dare un’occhiata alle tubature ed ai raccordi dell’impianto A/C.

Molte autofficine effettuano gli interventi di ricarica del gas refrigerante, ed a cifre piuttosto contenute: fra materiale e manodopera e in riferimento a vetture di grande diffusione sul mercato, il prezzo può variare fra 50-70 euro e fino a un centinaio di euro.

Il costo del gas refrigerante è funzionale anche in base alle dimensioni dell’impianto A/C. Il contenuto di gas negli impianti più piccoli è inferiore; dunque in questi casi il prezzo è mediamente più basso. Se c’è da sostituire il filtro disidratatore, che serve ad eliminare impurità e tracce di umido ed impedire a lungo andare l’inceppamento della valvola di espansione, oppure è necessario cambiare anche il filtro antipolline (anche questo componente influisce sul corretto funzionamento del condizionatore, ed è essenziale per proteggere le vie respiratorie di chi è soggetto alle allergie stagionali), possono servire altri 30-50 euro. Se si verifica l’ipotesi di un malfunzionamento al compressore, tale da renderne necessaria la sostituzione, il conto sale, e anche parecchio: si parla di prezzi nell’ordine di qualche centinaio di euro.

Igienizzazione: un rimedio ottimale contro le allergie

Per restare in tema, quando si rinnova il liquido refrigerante è consigliabile provvedere sempre all’igienizzazione dell’impianto: con una decina di euro in più, si può essere sicuri di eliminare dall’impianto A/C della propria vettura il rischio che con il tempo si formino le muffe che provocano allergie.

L’intervento è semplicissimo, ed alla portata di chiunque:

  • Estrarre la cannuccia flessibile dalla bomboletta per dirigerla “fino in fondo” in tutte le bocchette di aerazione;
  • Spruzzare il prodotto, avendo cura di estrarre immediatamente la cannuccia da ogni bocchetta dopo ciascuna spruzzata;
  • Attendere qualche minuto e successivamente avviare il motore;
  • Accendere il condizionatore e lasciare l’impianto in funzionamento per una decina di minuti.

Ricarica A/C fai-da-te: pensiamoci bene

La ricarica del gas dell’impianto di aria condizionata dell’autoveicolo può, in linea generale e teorica, essere effettuata anche con un kit aftermarket. Bisogna tuttavia prestare estrema attenzione all’”anzianità” della propria vettura: le auto un po’ più datate – in genere quelle prodotte fino a tutto il 2016 – utilizzano il gas R134 (CH2 FCF3), mentre i modelli più recenti impiegano il gas R1234yf (Tetrafluoropropene, formula chimica C3H2F4).

Il gas R1234yf è infiammabile, e implica il ricorso ad attrezzature (nella fattispecie: stazioni di ricarica) che consentono la necessaria cura durante l’intervento. Il personale addetto, inoltre, deve indossare guanti e mascherine di protezione, e il lavoro deve essere svolto in aree ventilate.

Attenzione al tipo di gas utilizzato

Se l’impianto A/C utilizza il tipo R134a, la sua sostituzione con il nuovo R1234yf è impossibile (in effetti, le valvole di riempimento sono differenti). Nel caso che sia necessario sostituire il gas di ultima generazione, è quindi consigliabile rivolgersi ad un’officina specializzata che, del resto, risponde a precisi standard di sicurezza, leggi specifiche VDA e normative TÜV per le attrezzature di ricarica.