a cura della Redazione GreenMe


Il ricercatore Tom Griffith ha stabilito, tramite un calcolo simile a quello utilizzato in economia e finanza, l’età ideale per convolare a nozze.

Gli uomini di scienza, specialmente quando hanno dalla loro conoscenze statistiche e matematiche, sono in grado di applicare le leggi probabilistiche anche a temi decisamente inusuali. Uno dei casi più curiosi è il calcolo dell’età perfetta per convolare a nozze

Quale sia l’età giusta per fare certi grandi passi ce lo chiediamo un po’ tutti: chi segue le vecchie regole non scritte della propria famiglia trova giusto sposarsi molto presto o molto tardi, ad esempio. Qualcun altro, invece, determina l’età perfetta in base al raggiungimento di certi obiettivi personali (la laurea, il consolidamento della propria posizione economica e via dicendo). Gli scienziati, mettendo al bando tradizioni e sensibilità dei singoli, hanno cercato di dire la loro basandosi invece su regole matematiche o, per meglio dire, “finanziarie”. 

Il ricercatore Tom Griffith ha stabilito infatti una regola, detta “del 37%”, indicante l’età ideale per convolare a nozze. Secondo lui, seguendo questo schema, si hanno meno probabilità di incorrere in un divorzio oppure di rimanere single. Il calcolo si basa su un modello usato in economia, indicante il momento più giusto per fare degli investimenti finanziari. Beh, il matrimonio, in fondo, è proprio un investimento (affettivo). 

Insomma, qual è l’età ideale per sposarsi secondo Griffith? Ecco la risposta: 26 anni. Ma perché? 

La regola del 37% indica che il momento giusto per fermarsi e scegliere di dedicarsi a una persona deve arrivare non troppo presto e non troppo tardi: cioè dopo aver “sondato” un po’ meno del 50% dei potenziali coniugi. L’idea di base è che sposandosi molto presto si rischia di correre troppo, non avendo avuto abbastanza possibilità di sperimentare. D’altra parte, aspettare oltre un certo numero di anni significherebbe perdere l’occasione giusta, per troppo perfezionismo o paura di sbagliare. A un aumento dell’età inoltre, secondo lo scienziato, corrisponde una diminuzione dell’offerta, cioè delle persone potenzialmente interessanti e sentimentalmente libere. 

A noi francamente questo tipo di calcoli lascia piuttosto scettici. Applicare regole matematiche all’amore, nonostante ci si provi da più parti, sembra sempre come voler fare passare “un cammello nella cruna di un ago”. Impossibile stabilire una regola uguale per tutti senza tener conto del percorso di vita di ciascuno. Se riportiamo però questo tipo di ricerche è perché mostrano quanto il mistero dell’amore e della felicità interessi a tutti, anche se nessuno sa risolverlo con una ricetta valida e univoca: a noi comuni mortali così come ai più freddi scienziati sorgono sempre domande cui spetta alla vita (e forse anche al caso) dare risposta.


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