a cura della Redazione “Il Postalista”


Il curatore della rubrica di Posta Militare, Samuel Rimoldi ci ha mostrato l’immagine di una cartolina militare della seconda guerra mondiale, bruciata in parte “per incidente” durante il trasporto in terra d’Africa e inviata a destino con un biglietto di spiegazione dattiloscritto applicato con colla. La domanda implicita è: la procedura era stata corretta e l’amministrazione postale ha usato il modello specifico di busta (quale?) per l’invio a destino della corrispondenza danneggiata oppure l’ha inviata allo scoperto?

Prendo lo spunto da queste implicite domande per fare alcune considerazioni sui vari modelli di buste di servizio in uso in Regno, R.S.I., Luogotenenza e Repubblica

Per busta di servizio si intende un involucro ufficiale della Amministrazione Postale spedito in franchigia da un ufficio postale impersonalmente ad un altro ufficio postale oppure ad un destinatario privato per trasmettere una comunicazione con o senza risposta. Le buste di servizio ebbero tutte un numero identificativo corrispondente ad un modello specifico per il servizio effettuato, tali moduli erano di tipo originariamente stabilito e fornito dalle Direzioni Generali delle Poste, ma dopo il 1920 poterono essere stampati su ordine delle direzioni periferiche, che utilizzarono varie tipografie private, pertanto soggette a variazioni di dimensioni , stampa e colore di carta. Varianti negli stemmi si ebbero al cambiamento politico verificatesi prima, durante e dopo il conflitto mondiale.

Si è specificato “impersonalmente ad ufficio postale” perché le comunicazioni “ad personam” anche se inviate su modulo postale e busta di servizio con relativo ovale di franchigia, non erano viste di buon occhio dai verificatori postali che controllavano che non trattassero argomenti privati, anche se a volte era inevitabile che si riferissero alla funzione per fatti specifici del servizio; per esempio anche il servizio delle casse di risparmio postali rientrava nella categoria della franchigia anche se indirizzato alla persona.
Nel caso di corrispondenza fra dipendenti postali delle agenzie, ciò che esulava dallo stretto servizio doveva essere affrancato anche dal personale dipendente delle poste (ed anche dal Ministero delle Poste!).

Nella corrispondenza per le comunicazioni in franchigia del servizio postale, fra uffici sia interni che esteri, e con gli utenti, fra i molteplici tipi erano usati principalmente tre modelli di buste: Mod. 94, Mod. 94 A e Mod. 94 B da inviare tutte con ovale di franchigia dell’ufficio mittente (non sempre rispettato) con possibilità dei servizi speciali Espresso, Raccomandata e Assicurata. Sulle buste insieme al numero del Mod. erano riportati anche l’anno di edizione e le misure, quasi tutte di cm 11,4 x 16,2 e spesso anche il nome dello stampatore.
Da sottolineare che quanto affermato è tratto da mie osservazioni fatte sui documenti e dall’ “ISTRUZIONE per il servizio delle corrispondenze postali” del 1908, su cui non è riportato il Mod.94 B.

Il Mod. 94 per comunicazione con il pubblico, riporta dal lato indirizzo a stampa: AL SIGNOR XXX e in carattere piccolo la frase: “CORRISPONDENZE ORDINARIE TASSATE” perché questo era l’uso consueto di questo modello, ma la busta oltre a questo servizio venne usata anche per altre operazioni, è stata sicuramente utilizzata anche per la corrispondenza danneggiata e per comunicazioni di servizio.

Il Mod. 94 A è per comunicare impersonalmente fra uffici postali. Esiste anche un modello bilingue in italiano e francese (che è la lingua ufficiale delle poste) per comunicare con uffici postali esteri. Nella riga dell’indirizzo è stampato ALL’UFFICIO POSTALE XXX

Il Mod. 94 B è per comunicare fra uffici in raccomandazione e assicurazione con l’applicazione delle relative targhette(rosa per le raccomandate e verde per le assicurate con cifra virtuale di lire100). Riporta nell’indirizzo: ALL’UFFICIO POSTALE XXX. Qualche volta questo modello riporta l’intestazione: ALLA DIREZIONE POSTALE XXX.

Durante la R.S.I. venne usato un solo modello di busta verdeazzurra senza numeri e la semplice intestazione “Amministrazione delle Poste e Telegrafi” con lo stemma dell’aquila e fascio repubblicano sulla sinistra in alto, con la misura della busta di cm.17,5 X 12,5.

Queste buste di servizio ufficiali (ed anche di altro numero) vennero usate in modo disordinato fra uffici postali e non sempre per l’uso loro destinato, alle volte le numerazioni erano corrette a mano nel numero del modello e adattate alla bisogna con frasi manoscritte, anche se la normativa prescriveva per ogni operazione postale un modello specifico riportato nelle Istruzioni di Servizio menzionate.

Per quanto riguarda la corrispondenza danneggiata il “consiglio” delle norme del 1908 è di: asciugare se bagnata, riparare con suggelli della posta se strappata. Riporta invece all’Art. 492 il caso specifico di: “corrispondenze bruciate dolosamente dalle buche o cassette.. .. ..dalle quali si può riconoscere destinatario e la destinazione, vanno incluse in busta nodello 94 sulla quale si scrive: trovata bruciata o guasta nella buca d’impostazione” .

L’ufficio della Posta Militare 56 presentata dal Rimoldi probabilmente ritenne inutile il dettato dell’ Art. 752 (asciugatura) ma quasi sicuramente quella dell’Art. 492 (inserimento in busta di servizio) e forse la busta è stata separata dalla missiva e si è persa.

Anche in un altro incidente aereo l’ufficio dopo l’asciugatura regolamentare la sottopose alla timbratura con un bollo rosso creato appositamente per la giustificazione dello stato danneggiato e consegnata a destino, forse, anche in questo caso la busta di servizio si è usata ma è andata persa.

Mostro alcuni esempi di buste di servizio usate in modo specifico ed altre corrette ed usate per la bisogna sia con servizio Espresso, Raccomandato e Assicurato, con alcuni esempi di corrispondenza danneggiata, riparate dalle Poste e giunte a destino con o senza busta di servizio.

Mod. 94 del 1923 con corrispondenza tassata Cent. 30
Mod. 94 del 1932 inviata a privato.
Mod. 94B – Invio raccomandato con targhetta rosa di servizio contenete forse corrispondenza indirizzata alla “Cassa nazionale infortuni” che dal 1929 aveva perso la franchigia. Perciò tassata a carico per totali £ 1,75.
Mod. 94 usata in servizio militare del 1939 ed inviata a persona fisica.
Mod. 94 A in servizio militare nel 1940 raccomandata di servizio erroneamente è stata usata la targhetta bianca.
Mod. 94 A nel 1938 per l’estero per corrispondenza fra uffici postali.
Mod. R.S.I. senza numerazione usata nel 1945 per corrispondenza fra uffici postali (94 A) ma aggiunto in seguito anche la persona interessata.
Mod. R.S.I. usata nel 1946 come 94 B in Assicurata di servizio da timbro a data con bandeletta si legge “Cassiere Postale”
Mod. 94 tipo Luogotenenza usato impropriamente nel 1948 come 94A con indirizzo alla funzione Verificatore ufficio postale Novara ferrovia.
Mod. III del servizio dei vaglia postali di Luogotenenza usato come 94B in raccomandazione di servizio fra uffici postali con targhetta rosa.
Mod. 94 di Repubblica usato nel 1947 (ancora senza lo stemma repubblicano) usato come 94B per servizio fra uffici postali.
Mod. 94 A di Repubblica con il nuovo stemma impropriamente usato con indirizzo alla persona (specificato manualmente “DI SERVIZIO”) senza ovale di franchigia ma con timbro lineare “SEZIONE MOVIMENTO POSTE TORINO FERROVIA”
Mod. 94 B di Repubblica usato nel 1953 con indirizzo “ALLA DIREZIONE DELLE POSTE E DEI TELEGRAFI” modificato nell’indirizzo come RICEVITORIA e assicurata di servizio per £ 100 (cifra da regolamento)
Mod. 94 di Repubblica Espresso di servizio correttamente usato nel 1952 per persona fisica (capo ufficio a riposo).
Mod. 94 A bilingue per corrispondenza fra uffici postali per l’estero usato in raccomandazione di servizio per l’interno.
Mod. 147 di Luogotenenza usato in Repubblica con stemma cancellato. E’ modulo per trasferimento della posta raccolta alle stazioni dai messaggeri postali usato impropriamente nel 1948 e utilizzato come Mod. 94 A.
Mod. 147 di Repubblica senza stemma usato nel 1947 utilizzato come Mod. 94 come Espresso di servizio.
Corrispondenza affrancata nel 1948 fra colleghi di lavoro nel servizio postale, riporta nel bollo a data annullatore e il timbro lineare “SEZIONE MOVIMENTO POSTE TORINO FERROVIA diretta a Verificatore poste Novara ferrovia e correttamente affrancata in tariffa come da norme.
Busta del “Ministero delle poste e delle telecomunicazioni” ispettorato generale movimento poste, inviata a persona presso la “Direzione Provinciale Poste e telegrafi” ed affrancata come da norme.

CORRISPONDENZE DANNEGGIATE

La busta è stata vittima di un incidente aereo in Africa nel 1935, ha evidenti tracce di un “bagno” che ne ha fissato lo scritto a macchina sull’interno della busta e si sono staccati anche i francobolli.

A giustificazione dello stato è stata applicato un testo con timbro rosso fabbricato apposta per l’accaduto. Probabilmente inviata a destino in busta di servizio Mod. 94.

Un danno minore ha subito questa busta Aerea per la Francia: lacerazioni riparate con etichette gommate riportanti il numero delle istruzioni di quel paese e applicate a Parigi. In alto a sinistra la scritta giustificativa “”Parvenue in cet état” .

Busta di servizio Mod.94 contenente una corrispondenza per Palermo “lacerata dalla bollatrice” come esplicita la scritta manuale in alto. E’ stato riscritto l’indirizzo solo in parte col nome dell’albergo senza il cognome del destinatario non rilevabile sulla busta ma evidentemente è arrivata a destino.

Busta da Milano per la città che si è lacerata e riparata sbrigativamente fronte e retro con etichette gommate ufficiali delle Posta.

Busta inviata dalla provincia di Foggia che si è lacerata ed è stata riparata a Rovigo con etichetta ufficiale delle Poste dal Verificatore che ha bollato anche l’etichetta con il suo bollo a data ed ha scritto la frase da regolamento: “Rinvenuta lacerata riparata d’ufficio”.

Articolo di Martino Bignami


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