a cura della Redazione “Storia & Ricorrenze”


Erroneamente si fa riferimento a un presunto testo dell’Imperatore Adriano, ma le vere origini sono ancora più antiche. Nel corso della storia diverse città hanno avuto l’appellativo di Città Eterna, per esempio Gerusalemme o Kyoto, ma Roma è la prima e l’unica ad averlo conservato per oltre due millenni.

Il merito è di Albio Tibullo (55 ca.-19-18 a.C.), un poeta latino che oggi pochi conoscono, ma che al tempo era un noto autore di poemi erotici.

Nel secondo libro delle Elegie, immagina un periodo molto remoto e scrive “Romulus Aeternae nondum formaverat Urbis moenia“, traducibile in italiano come “Né ancora aveva Romolo innalzato le mura dell’Eterna Urbe“.

È questo il primo riferimento alla Città Eterna, o almeno il più antico di cui ci è arrivata traccia. Col tempo in molti hanno riutilizzato l’epiteto, contribuendo alla sua fama.

Il falso imperiale. Talvolta l’origine dell’epiteto viene fatta risalire all’imperatore Adriano (che regnò nel II secolo dopo Cristo) e a questo profetico passaggio: “Altre Rome verranno, e io non so immaginarne il volto; ma avrò contribuito a formarlo. […] Roma vivrà, Roma non perirà che con l’ultima città degli uomini“.

Peccato che questa epica frase sia stata scritta nel ‘900 da Marguerite Yourcenar nel suo romanzo Memorie di Adriano, mentre Roma città eterna era già in uso in epoche precedenti.

Menzioni d’onore. A volte però è stato usato anche per città diverse da Roma, come Gerusalemme, città santa per Cristiani, Ebrei e Musulmani. Una menzione d’onore la merita Kyoto, capitale del Giappone dal 794 al 1868. Negli inizi dell’VIII secolo l’Imperatore Saga predisse il futuro millennio e nominò la capitale “Yorozuyo no Miya“, ovvero “la città eterna”.


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