a cura della Redazione GreenMe
Alcune persone sperimentano scatti di rabbia proprio nei confronti di coloro che amano di più. Questo atteggiamento, che ha origine nell’infanzia, deve essere compreso affinché smetta di presentarsi e di avvelenare i rapporti. A volte basta un piccolo errore, un ritardo, un atteggiamento fastidioso a scatenare la rabbia di certe persone nei confronti delle altre. Alcuni si comportano in modo aggressivo, ma non con gli estranei o i nemici, bensì proprio con coloro che amano di più: partner, figli, genitori. Un atteggiamento che sembra illogico a pensarlo con razionalità, ma che si dimostra quantomai vero nella concretezza delle relazioni. Ma perché accade?
Secondo gli psicologi tutto questo ha radici, come sempre, nel passato e nell’infanzia del soggetto “aggressivo”. Sembra che l’atteggiamento derivi dalla cosiddetta rabbia primaria, vissuta nel contesto familiare nei primi anni di formazione del bambino. Questa può essere legata ai genitori, agli educatori o al rapporto con fratelli e sorelle. La rabbia, vissuta in un passato lontano, è stata a lungo inespressa e passata sotto silenzio per riemergere molti anni più tardi dove meno si pensava di trovarla: nella relazione d’amore o nel rapporto con i figli. Sempre secondo gli psicologi, l’origine della rabbia e le sue circostanze primarie vengono spesso dimenticate, rimosse, in modo da proteggere il soggetto che altrimenti sperimenterebbe sintomi più gravi, di natura psichiatrica. Ma non è questo articolo il luogo per fare discorsi approfonditi in tale senso.
Bisogna però essere coscienti che quando vediamo qualcuno scattare di una rabbia immotivata contro chi lo ama, le sue motivazioni sono molto remote e non davvero legate all’episodio accaduto oggi (che spesso è insignificante).
La rabbia non è ancora cattiveria, ma non deve rischiare di diventarla. Per questo, anziché reprimere i sentimenti aggressivi, bisognerebbe fare in modo che il soggetto capisse la propria rabbia, se ne prendesse cura e facesse in modo di sciogliere i nodi del passato che l’hanno originata. Infatti, gli scatti di rabbia non possono essere passati sotto silenzio perché generano rimorsi e sensi di colpa in chi li ha e allontanano e feriscono chi li subisce. In una coppia o in una famiglia la rabbia senza controllo, per quanto piccolo sia il suo campo di azione, finisce per diventare un vero veleno che intossica i rapporti.
Per liberarsi dalla rabbia bisogna prima di tutto ammetterla, con la coscienza che aver maltrattato qualcuno sotto il suo influsso semi-inconscio non significa avere un alibi ed essere certi del perdono. Poi, la grande strada da intraprendere è quella non del senso di colpa, ma del perdono di sé. La rabbia contiene dentro di sé grandi dosi di energia che può essere “pulita” e resa utile per migliorare la vita propria e degli altri anziché peggiorarla. Ma questo, finché non ci sono amore e perdono per se stessi, non potrà mai funzionare!
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