a cura della Redazione GreenMe


Secondo uno studio spagnolo, le sostanze chimiche che entrano in circolo nel nostro corpo quando siamo innamorati somigliano a quelle responsabili di alcuni squilibri psicologici.

Pazzi per amore; malati d’amore; l’amore che fa perdere la testa: quante volte abbiamo sentito queste espressioni? I più antichi scritti sull’amore, in particolare ciò che ci è rimasto della poesia greca, parlavano di questo sentimento come di una malattia a tutti gli effetti, tanto fisica quanto mentale. Ed era tipico, allora, descrivere in versi sintomi di questo “male”, che solo la presenza costante dell’amato avrebbe potuto guarire. Per non parlare della Bibbia, ancora più antica, che descrive nel Cantico dei Cantici una fanciulla “malata d’amore”.

Più tardi, nel medioevo, Dante e i suoi amici si riunivano nei giardini di Firenze e discutevano tra loro proprio d’amore e di follia. E si domandavano: se la ragione è un valore così importante per gli esseri umani, se li rende maturi e degni, come considerare ciò che la ragione la fa perdere? Cos’è questo potere che è capace di trasformare il soggetto più colto e autorevole in un miserabile affamato di baci? È, insomma, un bene o un male questo amore? Non sarà per caso una malattia?

Ed ecco che dalla poesia antica arriviamo alla scienza moderna, la quale ci rivela come stanno davvero le cose: l’amore non è una malattia mentale, ma ha molto in comune con essa. Per meglio dire: l’amore attiva sostanze chimiche e neurotrasmettitori che sono responsabili anche di alcune comuni malattie psichiche.

Lo rivela uno studio della Fondazione INECO, che ha ripreso in esame tutti i principali ormoni coinvolti nel processo di seduzione (adrenalina, serotonina, dopamina, ossitocina, testosterone, vasopressina) osservando che questo cocktail di sostanze si attiva anche in presenza di malattie come il disturbo ossessivo compulsivo oppure la dipendenza da sostanze (tossicodipendenza) esattamente nello stesso modo di quando siamo innamorati.

Lo studio ha dimostrato infatti che nelle malattie mentali, come nell’amore, gli ormoni sono rilasciati secondo una certa curva, del tutto simile, che produce squilibri di vario tipo e calmabili in vario modo: da una parte psicofarmaci o metadone, dall’altra il bacio della persona amata.

E allora sì, l’amore è davvero composto di follia, come scriveva Saffo e come sosteneva Dante, quando nella Vita Nova paragonava l’amore a un mostro terribile capace di mangiare il cuore dell’uomo ragionevole riducendolo a brandelli. Sì, l’amore è folle, folle e dolcemente malato, e chi lo ha cantato nei secoli è stato confermato dalla scienza e dall’esperienza.

Ma non c’è nulla di più bello, forse, che lasciarsi contagiare da questa malattia benigna, sperando in un contraccambio e quindi in un decorso felice. Non c’è niente di male nel concedersi di vivere una dolce dipendenza ben appagata. Forse, in fondo, l’amore è l’unica malattia della quale valga davvero la pena ammalarsi, e ci auguriamo per tutti e sempre che così sia.


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