a cura della Redazione di Treff Club50
Non solo giovani e giovanissimi. Il mondo dei tattoo sembra attirare sempre di più anche persone over 50, una tendenza che ha preso il via la scorsa estate e che sembra non voler rallentare.
Tatuarsi a 50 anni: sì o no?
A tale proposito ci sono varie scuole di pensiero. C’è chi ama ricoprire il proprio corpo con disegni incisi sulla pelle che rendano eterno un ricordo o un sentimento. Ogni tattoo si fa quindi portatore di un significato personale e profondo. Sul fronte del no c’è chi li vede come errori di gioventù e, in età adulta, a seguito di ripensamenti o per motivi di lavoro, decide di rimuoverli. Il mondo è bello perché è vario.
C’è un limite di età per decidere di tatuarsi?
Non esiste in realtà un’età giusta per coronare un sogno e inseguire una passione. Durante la scorsa estate, infatti, si è registrata un’impennata di richieste da parte di persone over 50. Le prime ad aver capitanato al femminile questa nuova tendenza sono state attrici e personaggi dello spettacolo come l’americana Susan Sarandon (sul collo), le inglesi Helen Mirren (sulla mano e sul décolleté). A determinare questo cambio di rotta sembra essere proprio l’evoluzione del significato stesso del tatuaggio che, da simbolo giovanile di ribellione e di differenziazione dalla massa di qualche anno fa, è diventato un mezzo di espressione universale.
«Se fino a pochi anni fa la pelle scritta era appannaggio di uomini borchiati in pantaloni di pelle nera o di giovani alternativi, oggi il dilagare della moda dei tattoo ha moltiplicato gli artisti e riempito le spiagge di corpi disegnati, facendo diventare il tatuaggio una parte importante del linguaggio comune di comunicazione» dichiara Claudio Pittan, tatuatore professionista da oltre 30 anni che, nel suo studio di via Vetere a Milano, oggi vede passare quasi più over 50 che ventenni.
La principale discriminante in questa fascia d’età diventa però la professionalità del tatuatore. Le persone mature che decidono di farsi tatuare, infatti, scelgono professionisti di livello nel pieno rispetto delle norme igieniche e sanitarie, ma un disegno che sia quanto più vicino a quello di un artista piuttosto che qualcosa associato alla moda del momento.
Tatuaggi al femminile.
In prima fila troviamo soprattutto donne, mogli e madri, che, nell’accompagnare i propri figli a farsi il primo disegno sulla pelle, richiedono un tatuaggio anche per sé, da un lato per soddisfare un sogno non realizzato in passato, dall’altro un tributo a se stesse e al proprio desiderio di sentirsi belle e al passo con i tempi. Le statistiche confermano una forte crescita di signore che superata la soglia dei 50 decidono di lasciare un segno indelebile sulla propria pelle. Forse perchè con la maturità si acquista anche quel coraggio per fare cose che in gioventù spaventavano o per le quali non ci si sentiva pronte. Non tutte chiedono nomi di figli e mariti o fiori, ciascuna ha una motivazione diversa e molte scelgono immagini forti per svelare la loro parte più selvaggia. Dai primi disegnini che spuntavano con delicatezza dai vestiti si passa adesso a figure di dimensioni importanti e tatuaggi ben visibili sul corpo, simboli di forza, potenza, libertà e perfino rituali per l’età che avanza. Ci sono persino molte nonne che si fanno tatuare sull’avambraccio o sul polso le iniziali dei nipoti o delle figlie, piccoli camei dedicati all’amata famiglia.
Le ultime tendenze.
Una vera e propria nuova tendenza è il botanical tattoo che riproduce con precisione gli elementi naturali delle piante e dei fiori, con tutti i loro dettagli. L’eleganza di questi fiori che sembrano sbocciare dalla pelle, nasce da diverse tecniche. Quella più innovativa è stata creata da Rita Zolotukhina che utilizza foglie vere come stencil. Immerge i petali, le foglie, un fiore, un ramoscello o qualsiasi altro elemento naturale nell’inchiostro e poi lo mette sulla pelle del cliente. In questo modo si ottiene l’impronta perfetta su cui poi disegnare il tatuaggio vero e proprio. Sembra incredibile, ma l’ultimissima moda, frutto del periodo appena trascorso, è quella di tatuarsi una corona. Il riferimento è chiaro e riporta subito al nome del virus che ha segnato la nostra vita nell’ultimo anno. Forse un modo per ricordare di aver superato un momento così difficile, e rafforzare il senso di orgoglio e di appartenenza alla comunità.
Fonte : Club50 – art. a cura di Emilia31
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