a cura di Anna Maria Piccini – Agriturismo Mosaico Oltre il giardino


La regina incontrastata del giardino è fiorita. Una rosa gigantea cinese dalla fioritura unica, tanto spettacolare quanto effimera.

Nel 1882, il botanico George Watt partì alla volta dello stato indiano del Manipur, individuando un esemplare di rosa botanica affine alle rose tè già in coltivazione in Europa. Questa varietà fu chiamata R. macrocarpa a causa della dimensione considerevole dei cinorrodi, cioè delle bacche.

Nel 1888, il Generale Henry Collet rinvenne un’altra varietà affine alle tè in Birmania che chiamò R. Gigantea a causa delle sue dimensioni davvero straordinarie. Le due rose messe a confronto risultarono essere la stessa varietà che fu identificata come madre delle rose tè anche dal Dott. C.C. Hurst che negli anni ’20 avviò uno studio genetico sulle ‘capostipiti’ della sezione Chinensis del genere Rosa, giungendo alla conclusione che due di esse: la Hume’s Blush tea-scented China e la Park’s Yellow tea-scented China erano figlie proprio della R. gigantea. Come ho già ricordato in un post precedente, queste due rose hanno dato vita ala classe delle Rose tè, affascinanti signore un po’ d’antan che meritano di essere riportate nei nostri giardini e che, realmente, hanno il profumo del tè nero.

Gli esemplari rinvenuti nel sud della Cina, al confine con la Birmania, presentavano un fiore semplice color crema, ma sembrava essere certa l’esistenza di una varietà di Gigantea a fiore rosa. Nel 1997, una nuova spedizione botanica si inoltrò lungo la Via della Seta, proprio alla ricerca di questa meraviglia che era stata individuata nella provincia dello Yunnan, la patria della Camellia sinensis sinensis. Tra i membri di questa avventurosa spedizione l’italiano Walter Branchi, compositore e musicista con la passione delle rose. Le valli dello Yunnan sono particolarmente ricche di varietà botaniche e di rose spontanee, le Banskiae vi crescono come qui da noi fanno i Biancospini e durante il tragitto in jeep, Branchi e i suoi compagni individuarono altre specie, ad esempio alcune varietà appartenenti al gruppo della Rosa Multiflora. Finalmente, nei pressi del Parco del Lago del Drago Nero, vicino alla città di Lijiang, gli esploratori si trovarono davanti  ad una pianta di rose alta più di quattro metri, ma ormai non più in fiore. Branchi ne prelevò alcune talee che mise in coltivazione una volta rientrato a casa. Trascorso il tempo necessario all’attecchimento, la prima fioritura: quell’esemplare maestoso rinvenuto a Lijiang era davvero la Gigantea Rosa, un ibrido per la verità, che a poco a poco crebbe rivelandosi in tutta la sua magnificenza. La ‘Lijang Road Climber’, fiorisce precocemente, già dai primi di aprile, come le Banskiae e la Rosa Chinensis var.  spontanea. In natura può raggiungere i 10 metri di altezza, ha rami lunghi e flessuosi ricoperti da spine uncinate che le consentono di arrampicarsi sugli alberi. Nel nostro roseto cresce su una struttura in acciaio, necessaria a sostenere il suo peso. I fiori, sono incantevoli, il lungo bocciolo rosa scuro, si apre mantenendo una forma bombata. Il peduncolo non sostiene il peso del fiore che, quindi, si reclina verso il basso, caratteristica tipica delle rose tè. Il rprofumo è lieve, fruttato con tocchi di tè. 

Fonte : “viaggionellanatura”