a cura della Redazione “Tuttogreen”


Un buon terriccio sia per piante da giardino che da interno è fondamentale per la loro salute, perché le aiuta a ricavare la giusta quantità di sostanze nutritive e limita i ristagni d’acqua ce le farebbero marcire. Vi spieghiamo quali sono i migliori e più adatti alle varie piante. Col suo giusto mix di sostanze organiche e inorganiche, il terriccio svolge una funzione fondamentale per la crescita e lo sviluppo delle piante sia da interno che da esterno e anche nell’orto perché fornisce loro le giuste sostanze nutritive, assicura un buon drenaggio e impedisce i nocivi ristagni d’acqua.

Cos’è e a cosa serve

Al di là del terriccio universale (multiuso), in commercio se ne ritrovano numerosi altri specifici, che soddisfano le esigenze di tutte le piante. Per acquistare quello giusto, vi consigliamo di leggere adeguatamente le etichette per valutare alcuni fattori fondamentali:

  • quantità di sostanza organica
  • proporzione tra carbonio e azoto
  • pH o acidità
  • grado di conducibilità

Ma vediamoli in dettaglio.

Quantità di sostanza organica del terriccio

Il giusto contenuto in sostanza organica, data dai residui di carbonio trasformati in nutrienti facilmente assimilabili dalle piante, dovrebbe attestarsi intorno al 70%.

Rapporto tra carbonio e azoto

In merito alla proporzione tra carbonio e azoto, ricercate valori che oscillano in una fascia tra 20 e 30:1, poiché rapporti più alti coincidono con valori troppo elevati del primo elemento con conseguente lentezza nel processo di sua decomposizione – fondamentale per l’assimilazione da parte delle piante – mentre rapporti più bassi indicano un’eccessiva ricchezza di azoto, che è sconsigliabile.

Il pH e l’acidità del terreno

Infine, sul tema del pH, che indica se il terreno è acido o basico, ricordate che la maggior parte delle piante predilige un terriccio neutro (pH intorno a 7), anche se ci sono varietà  che sviluppano meglio con un terreno acido (pH < 7), come ad esempio le azalee, i ficus, le ortensie e le gardenie, e altre che, al contrario, necessitano di terra basica (pH ˃ 7), quali le rose, i giacinti e i garofani.

Grado di conducibilità

Sempre sull’etichetta verificate anche il grado di conducibilità, correlato alla quantità di sali disciolti nel terriccio (il valore ideale è quello intorno ai 750 µS/cm), nonché il volume, tenendo conto che un litro reso soffice è sufficiente per un vaso di 12 cm di diametro e di altezza.

Terriccio universale

Anche chi non è un esperto di giardinaggio conosce i terricci universali, i più comuni e diffusi, generalmente prodotti su larga scala da aziende specializzate e adatti un po’ a tutte le esigenze. Venduti in confezioni dai 5 agli 80 litri, sono ricchi di sostanze organiche, hanno pH neutri. 

Riescono a trattenere bene l’acqua, garantiscono la giusta porosità di cui necessitano le radici per l’ossigenazione. Possono anche essere facilmente arricchiti per rispondere alle più varie necessità.

I loro principali componenti sono:

  • la torba (in valori intorno al 50%), che viene ottenuta dalla decomposizione di residui vegetali e conferisce leggerezza e porosità;
  • la sabbia, che alleggerisce il terreno e lo rende più permeabile;
  • il compost, frutto della decomposizione delle sostanze organiche, che apporta i nutrienti fondamentali per lo sviluppo delle piante
  • l’argilla, utile a dare stabilità alle piante e a trattenere l’umidità.

Sono ottimi per quasi tutte le piante verdi ed i fiori da balcone, nonché per le piante aromatiche e orticole, senza dimenticare che possono essere impiegati anche per arricchire di sostanze nutritive tutti i terreni poveri.

Al di là di questi utilissimi preparati esistono numerosi altri tipi di terriccio. Vediamo quali sono quelli più importanti con le loro principali caratteristiche.

Si possono riconoscere alcuni tipi principali, con specifiche caratteristiche di drenaggio, acidità e porosità. Possiamo distinguere in: terra forte, terra leggera, terriccio di bosco, terra di bosco, terra d’erica, terriccio di castagno, terriccio di foglie, terricciato, terra di sfagno, e torba.

Terra forte

Dura, compatta, di colore chiaro e difficilmente lavorabile, è ricca di argilla, poco permeabile all’acqua e tende a diventare umida e fangosa in zone molto piovose.

Può essere utilizzata in combinazione con terre più leggere e permeabili, per regolare il drenaggio dell’acqua destinata alle piante.

Terra leggera

Sciolta e di colore scuro, contiene molta sabbia oltre a detriti di roccia e a residui organici. Friabile e facilmente polverizzabile, è molto permeabile e non trattiene a lungo né l’acqua né l’umidità.

Si utilizza come componente aggiuntivo per correggere gli squilibri dei terreni troppo impermeabili.

Terriccio di bosco

Ottenuto nei boschi di latifoglie (spesso frammiste ad aghifoglie), è costituito da foglie, rami secchi e altri organi vegetali caduti sul suolo del bosco, dove si sono trasformati parzialmente in humus in seguito a un processo di decomposizione.

A questa materia organica si aggiunge anche una buona percentuale di terra minerale, corrispondente allo strato più superficiale del suolo ricco di humus. Il terriccio di bosco è di colore nero, leggero, permeabilissimo, spugnoso, fertile, di facile penetrazione all’aria e capace di trattenere a lungo una grande quantità d’acqua.

Impiegato di preferenza nelle coltivazioni a corso rapido (piante annuali, erbacee in genere), è ottimo per quasi tutte le semine di piante delicate e a sollecita germinazione e si utilizza (anche da solo) nelle colture di piante erbacee da serra.

Terra di bosco

Da non confondersi col terriccio di bosco, è costituita esclusivamente dallo strato minerale sottostante a quello organico superficiale dei boschi. Si estrae generalmente da vasti giacimenti relativamente profondi, ed è una terra nera, molto sciolta, quasi polverulenta, contenente non più del 15% di sostanza organica al massimo stato di decomposizione, quindi humus.

Impiegata per quasi tutte le piante ornamentali da fogliame verde e per la grande maggioranza delle specie legnose e suffrutticose tanto da fiore (gardenie, ortensie) quanto da fogliame, quando vengono coltivate in vaso.

In sintesi, è la terra ideale per tutte le piante che non necessitano di frequenti rinvasature, perché conserva a lungo le sue principali qualità di fertilità, permeabilità e leggerezza.

Terra d’erica (detta anche di scopa o di brughiera)

Simile per genesi a quella di bosco, viene estratta negli “scopeti”, dove vegetano solo eriche e piante in genere calcifughe. Più pesante e polverulenta della prima, è una terra soffice, di colore vario (grigio chiara o scura, rossastra, giallognola, nera ecc.) a seconda della provenienza, ricca di filamenti brevi ed esili, dovuti a porzioni di radici fini e alle foglie minute delle eriche.

Totalmente priva di calce, è ottima per tutte le piante calcifughe (azalee, rododendri…) e si impiega generalmente da sola, se si esclude la frequente aggiunta di sabbia.

Terriccio di castagno

Formato dal legno dell’albero omonimo, si raccoglie nei vecchi tronchi o ceppi di questo arbusto, quando vengono corrosi da una speciale carie. Costituito al 100% da sostanza organica, si presenta sotto forma di particelle rossastre accompagnate da frammenti di varia grandezza, definiti “zeccoli”.

Leggerissimo e molto permeabile, mantiene a lungo tali preziose caratteristiche. Ottimo per quasi tutte le piante, deve essere conservato in luoghi coperti e umidi.

Terriccio di foglie

Ottenuto dall’ammasso e parziale decomposizione di foglie allo stato secco di alberi spoglianti (le migliori sono quelle di faggio e olmo), che vengono tenute in un locale coperto e abbastanza umido, rivoltate di frequente e leggermente spruzzate d’acqua.

È un estremamente leggero, soffice, permeabile all’acqua e all’aria, ideale per la coltivazione delle piante semi-epifite. Essendo di scarsa durata non si impiega mai da solo, ma mescolato ad altri ingredienti leggeri, porosi e non rapidamente putrescibili.

Terricciato

Si tratta di terra comune, resa altamente fertile e permeabile dopo una specifica preparazione. Si ottiene facilmente nei giardini, stratificando in un locale coperto un 40% di buona terra di giardino, già coltivata da tempo e privata dei materiali grossolani inerti, con un 60% di letame ben macero. Gli strati alterni di 15-20 cm devono raggiungere uno spessore di oltre un metro.

Tale ammasso deve esser mantenuto molto umido e rivoltato dopo un paio di mesi dalla sua formazione e successivamente ogni mese. Dopo sei mesi si ottiene un buonissimo terricciato, più pesante dei precedenti, ricco di sostanza organica e molto soffice, qualità che mantiene a lungo.

Ottimo per le piante da fiore e per molte varietà da fogliame da appartamenti, è impiegato molto spesso in aggiunta ad altri elementi.

Terra di sfagno

Con questo termine si indica un muschio acquatico spontaneo anche in Italia, che in natura forma dei veri tappeti molto densi e viene raccolto estirpandolo a manciate, prima di esser spremuto per eliminare l’acqua in eccesso.

La terra di sfagno è molto leggera e si fa apprezzare per la sua capacità di assorbire e trattenere l’acqua, oltre che per la sua lentissima decomposizione. In floricoltura è largamente impiegata sia allo stato fresco che a quello secco.  Si rivela adatta anche per tutte le piante epifite, le margotte e le talee dell’aucuba.

Torba

La torba, derivata dalla decomposizione di residui vegetali, è particolarmente leggera e acida e conferisce porosità e permeabilità al terriccio, grazie alla sua capacità di ritenzione idrica. È particolarmente indicata per le piante da interno, specialmente se calcifughe.

Si tratta di un groviglio di radici, steli e foglie appartenute a piante erbacee palustri e ridottesi a uno stadio di fossilizzazione geologicamente recente.

Di colore bruno rossiccio, ha le caratteristiche di un terreno grossolano e presenta una notevole permeabilità e capacità di ritenzione idrica. In commercio si ritrova in balle pressate di varia grandezza.

Ideale per la pacciamatura, le semine e la correzione dei terreni, è una acida e leggera, ottima per le piante calcifughe, le coltivazioni da serra e le piante da interno, molto utilizzata nella floricoltura  per tutte quelle varietà epifite e semi-epifite che necessitano di abbondante umidità.

Perlite

La perlite, una roccia vulcanica effusiva di colore variabile tra il grigio e il rosa, è apprezzata nel giardinaggio per la sua porosità e facilita la messa a dimora delle radici delle piante, permettendo il miglior assorbimento delle sostanza nutritive.

Vermiculite

In alternativa può esser utilizzata la vermiculite, un materiale inerte di colore chiaro, costituito da una serie di minerali laminari idratati.

Terricci per piante da appartamento

Oltre a quelli universali, molte aziende commercializzano anche dello specifico terriccio per piante da appartamento, ottenuto in genere dalla miscelazione di torbe bionde, brune o nere con diverso grado di umificazione, ideale per le invasature e l’impianto di tutte le piante verdi tropicali e ornamentali da interni, quali ficus, filodendri, palme, photos, dracene, croton

In generale, comunque, i tre componenti principali per un substrato fertile e adatto alle piante da appartamento sono:

  • sabbia
  • argilla
  • humus

Vediamoli in dettaglio.

Sabbia

La sabbia di mare fine, prelevata su spiagge poste il più possibile lontano dall’acqua salata, si rivela ottima per la composizione del terreno: assicura infatti la massima permeabilità e permette il deflusso dell’acqua in eccesso, evitando ristagni. Particolarmente indicata per tutte le piante grasse.

Argilla

Largillamateriale di origine minerale leggero e impermeabile, in unione agli altri elementi conferisce compattezza al substrato, garantendo il miglior drenaggio.

Humus

L’humus, che rappresenta il complesso di sostanze organiche derivato dalla decomposizione di residui vegetali e animali, ha un colore bruno–nerastro, una consistenza fibrosa e fornisce i nutrienti necessari alla pianta, contribuendo a trattenere l’umidità.

Qualora non vogliate affidarvi alle miscele appositamente preparate per le diverse varietà di piante, potete sempre acquistare le confezioni singole dei vari elementi necessari al substrato, quali torba, perlite (o vermiculite), sfagno (intero o frantumato) e terra da giardino.

Piante da giardino e d’appartamento

Esistono inoltre vari tipi di terriccio specifici per le diverse varietà di piante, che sono ampiamente disponibili in commercio: terriccio per agrumi, per rose, per piante grasse e acidofile, per gerani e per prati.

Vediamoli in dettaglio.

Terriccio per agrumi

Gli agrumi richiedono rapidità di drenaggio e forte ossigenazione delle radici durante la stasi vegetativa, e un alto apporto di acqua e sostanze nutritive durante la vegetazione.

Questo terriccio è quindi leggero e contiene un’elevata percentuale di sostanza organica, che consente di trattenere l’umidità. In genere è costituito da una miscela di torba bionda, pomice e humus di corteccia, per mantenere un giusto equilibrio tra areazione e ritenzione idrica e prevenire il ristagno.

Terriccio per orchidee

Addirittura esistono miscele specifiche per ciascuna varietà di orchidea, ma per essere tranquilli, basterà un terriccio drenante e che si asciughi  abbastanza rapidamente così da non creare un ambiente asfittico per una pianta dall’apparato radicale molto sviluppato e compatto.

Vanno bene sia materiali di origine vegetale:

  • sfagno 
  • torba
  • osmunda
  • bark
  • foglie di faggio
  • corteccia di sughero
  • lana di roccia
  • terra di brughiera

Sia materiali di origine minerale:

  • pomice
  • argilla
  • perlite
  • vermiculite
  • polistirolo espanso

Terriccio per bonsai

L’idea di base è che ogni varietà di bonsai avrà bisogno del suo specifico, ma indicativamente possiamo dividere le nostre piante in tre gruppi. Per ognuno poi adotteremo la miscela più corretta.

  • latifoglie: bonsai a foglia larga
  • conifere: pini, ginepri…
  • acidofile: azalee, camelie…

Per ognuno poi adotteremo la miscela più corretta. Per essere sicuri meglio scegliere le terre giapponesi: akadama per le latifoglie, kiryu per le conifere e kanuma per le acidofile. E poi selezionare un mix che contenga tutti gli elementi nutritivi necessari, sia drenante e non asciughi troppo velocemente, ad esempio:

20% akadama + 50% terriccio universale + 20% pomice + 10% humus.

Terriccio per rose

Soffice e leggero, è composto di humus vegetale e assicura un’elevata ritenzione idrica. È impiegato per la messa a dimora e il rinvaso delle rose, ma anche come ammendante per il miglioramento qualitativo del terreno.

Generalmente è costituito da torbe selezionate, con aggiunta di argilla e pomice.

Terriccio per piante grasse

In linea con le particolari esigenze delle piante grasse, che temono il ristagno idrico, è un substrato particolarmente ricco di sabbia e materiale organico ben decomposto, che permette un assoluto drenaggio, allontanando dalle radici l’acqua in eccesso.

Terriccio per acidofile

Indicato per le piante sensibili all’eccesso di salinità che prediligono i terreni a pH acido (gardenie, ortensie, azalee, camelie, rododendri, felci, gigli ecc.).

È un substrato ottenuto da una miscela di varie torbe con diverso grado di umificazione, fibroso, a bassa salinità, povero di minerali e ricco di sostanze organiche. Presenta un’elevata porosità, pur mantenendo un’ottima disponibilità idrica.

Terriccio per gerani e surfinie

È un substrato per la coltivazione e il trapianto di tutti i tipi di gerani, surfinie, petunie e fiori annuali in vaso, in fioriere, sui balconi e in piena terra.

Composto in genere da una miscela di torbe pregiate con aggiunta di argilla, presenta un’alta sofficità, porosità e capacità di ritenzione idrica.

Terriccio per semina e per prato

Substrato organico di alta qualità, si ottiene dalla miscela di torbe fini a diverso grado di umificazione con sabbia silicea di fiume, che rende il terreno più soffice, drenante e resistente al calpestio.

Impiegato per la formazione dello strato di semina e la rigenerazione di tappeti verdi ornamentali, risulta ottimo anche per la posa del prato a rotoli e come ammendante del terreno autoctono.

Di struttura molto fine e scorrevole, contribuisce a stabilizzare la struttura del suolo e a rilasciare i composti organici necessari alle piante, grazie all’humus apportato dalle torbe e dalla sostanza organica umificata.

Allora, fate attenzione a cosa avete in giardino e cosa volete coltivare, perché ad ogni varietà di pianta corrisponde il suo terriccio!

Fonte: “tuttogreen natura”