a cura di Sigfrido Junior Hobel (Project Tuscia)


A poca distanza da Viterbo, ripercorrendo i passi che i Romani anticamente percorsero camminando tra gli abitati Etruschi ed i loro magnifici bagni, ci si può imbattere nella Necropoli di Castel d’Asso. La necropoli fu sviluppata sulle ripide pareti rocciose dalla forra, le tombe concentrate in rapida successione, mostrano quasi tutte la suggestiva incisione della porta dell’aldilà, simbolo del passaggio tra i due mondi. Castel d’Asso preserva ancora oggi quella bellezza arcaica che tanto colpì il diplomatico britannico George Dennis alla fine dell’800, da portarlo a paragonare, per bellezza, questo luogo alle piramidi Egizie. “Posso ben capire lo sbalorditivo effetto che una tale visione riesce a produrre su di un animo sensibile”… “La solitudine, l’isolamento e la profonda immobilità della scena, l’assenza di qualsiasi abitazione, nient’altro che un diruto e pittoresco castello sul precipizio opposto, e la buia incombente mole del Cimino che guarda già nella valle, concorrono a rendere questa necropoli più imponente di qualsiasi altra che si trovi nelle immediate vicinanze di centri abitate”. (George Dennis)

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