a cura di Sigfrido Junior Hobel (Project Tuscia)


La Necropoli del Crocifisso del Tufo risale al IV a.C. momento fondamentale in cui si assiste ad una democratizzazione degli spazi, dei costumi e della vita nelle città Etrusche.
La Necropoli del Crocifisso è infatti in tal senso l’espressione del cambiamento sociale.
Le “Tombe a Dado”, occupano dei veri e propri isolati e sono inserite all’interno di una planimetria ortogonale.
Dalle incisioni sugli architravi emergono inoltre anche nomi di cittadini stranieri a testimonianza di una civiltà sempre più cosmopolita.


Per fare ciò, la Necropoli del Crocifisso prende le distanze da un’altro aspetto consueto delle Necropoli Etrusche della Tuscia, in quanto le tombe non furono ricavate dalla roccia presente in loco (come ad esempio nei casi di Castel d’Asso, di Norchia ecc..) ma, come scrive George Dennis “furono costruite in muratura massiccia e sistemate fianco a fianco, dorso contro dorso, esattamente come le case di una città, e formano blocchi di tombe, invece di costruzioni i solate, e ogni tomba ha l’ingresso chiuso da una lastra di pietra, con il nome degli occupanti inciso a grossi caratteri etruschi sull’architrave”.
Le tombe, se confrontate con quelle di Cerveteri, appaiono più modeste, spesso attribuite a singole famiglie e di dimensioni ridotte, si parla infatti di una profondità di 3 metri e mezzo e di una larghezza di circa 2 metri; inoltre le tombe non presentano decorazioni architettoniche.

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www.projecttuscia.com


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