a cura della Redazione “Mobinews”


Mangiarsi le unghie è un tic che in generale esprime un disagio psicologico di varia entità, il più delle volte trascurabile. Le complicanze locali che l’onicofagia può causare sono limitate ad escoriazioni e ferite superficiali a rischio di sovra infezione, tipo il giradito, o dermatiti irritative. Ma il rischio maggiore è quello di un’alterazione strutturale dell’unghia che cresce molto male, parzialmente, e sempre più distorta, ispessita o assottigliata, e se il tic è cronico questa alterazione diventa permanente. Ma come fare a dissuadere il bambino dal mangiarsi le unghie? È molto importante parlare con il bambino, ascoltare le sue motivazioni e fargli capire perché non deve farlo, ma senza ossessione e con molta pazienza e gradualità, perché è un’abitudine che, una volta instaurata, si può eliminare, ma richiede molto tempo, talvolta anche qualche anno. Non ci sono rimedi farmacologici o stratagemmi realmente efficaci, tipo il peperoncino o sostanze amare: con i bambini bisogna spiegare sempre tutto, informarli dell’importanza dell’immagine di sé e del danno che si procurano: quello immediato (irritazione, infezione) e quello a lunga scadenza (alterazione definitiva della struttura dell’unghia). Oltretutto la mano è il mezzo del primo contatto con gli altri, quindi anche l’aspetto igienico conta: mettersi il dito in bocca poi dare la mano agli altri non è bello, così come non è bello far vedere delle unghie rovinate! Insomma, meglio prendere più tempo per far ragionare il bambino che utilizzare metodi indiretti e poco onesti.

Onicofagia è il termine scientifico per indicare una patologia con cui tutti abbiamo avuto a che fare almeno una volta nella vita. Quella di mangiarsi le unghie, la pellicina che le ricopre (cuticola) e il tessuto molle circostante è infatti una cattiva abitudine molto diffusa, che si può presentare a partire dai tre-quattro anni di età, con un picco di incidenza durante l’adolescenza. Sebbene tenda a scomparire in età adulta, molti fattori, soprattutto psicologici, possono portare alla ricomparsa periodica o cronica di questo vizio, il cui impatto sociale peraltro non è trascurabile, soprattutto nella sfera professionale dove la mancata cura delle mani può causare imbarazzo e tensione.

Ansia e stress tra le cause più frequenti
Il legame tra stresse onicofagia è stato osservato in numerosi studi sulla popolazione. Le mani, come i capelli e la pelle, sono un facile bersaglio del meccanismo compulsivo di compensazione nervosa che mettiamo involontariamente in atto. L’onicofagia, così come attorcigliare i capelli tra le dita, pizzicare o grattare frequentemente la pelle in alcune parti del corpo, è considerata un gesto compensativo di scarico della tensione che impariamo a mettere in atto fin da piccoli. Secondo alcuni studiosi, questi gesti compulsivi avrebbero l’obiettivo di liberare a livello cerebrale alcune sostanze neuro-modulanti dall’azione calmante come la serotonina e la dopamina.

Danni ai denti e infezioni: i rischi più comuni
Gli incisivi sono i primi a subire le conseguenze di questa abitudine che, in tempi relativamente brevi, può provocare l’erosione o il disallineamento della dentatura. Il danno immediatamente successivo avviene a carico dell’articolazione mandibolare, con la malocclusione delle arcatedentali. Molto frequenti tra gli onicofagici sono poi le infezioni orali o dell’unghia, come le onicomicosi, dovute alla diffusione batterica tra l’unghia e il cavo orale. La lingua e le labbra sono i bersagli primari dei batteri ingeriti, mentre le lesioni subite dalla cheratina dell’unghia aprono la strada a piccoleinfezioni da funghi.Come smettere di mangiarsi le unghie: terapie comportamentali
La riduzione dei fattori stressanti esterni o il superamento di un periodo difficile a volte è sufficiente a smettere di mangiarsi le unghie. Nei casi di abitudine transitoria o lieve si è rivelata efficace anche la masticazione di chewingum, che tengono “occupata” la bocca. Quando però la tentazione di mangiarsi le unghie persiste, si può optare per una terapia comportamentale, ad esempio puntando sull’attività fisica all’aria aperta o su uno sport che associ lo sforzo fisico all’impegno mentale. La banale tecnica di applicare una soluzione dal sapore sgradevole o uno smalto anti-onicofagia per non mangiarsi le unghie si è dimostrata invece inefficace; soprattutto in età adolescenziale è un rimedio che non riscuote molto successo. Al contrario, una valida alternativa è l’applicazione di olio d’oliva sulle unghie: questo processo ammorbidisce la cheratina, rendendo meno gradevole il sapore del morso. Per finire, una buona manicure, se fatta con regolarità, oltre a migliorare l’aspetto e l’igiene personale ha il beneficio di prevenire le infezioni e rappresenta un altro modo per combattere l’onicofagia.

Fonte : Uwell benessere psicofisico


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