a cura della Redazione di “Guida fumetto italiano”


“Con Schulz ci accordammo per la firma del contratto, francobolli contro i diritti di pubblicazione dei Peanuts su Linus.”

Dagli uffici della Ricordi, presso cui lavora, idea e fonda Linus, la prima rivista a fumetti per adulti in Italia.

“Nato a Milano nel 1930, laureato in Legge e Scienze Politiche. Nel 1965 fondò la casa editrice Milano Libri Edizioni e il mensile Linus. Ha pubblicato per primo in Italia libri di Arrabal, Feiffer, Topor, Copi, Poli, Vogt, Amis, Blechman, Neville. Amico di Jérôme Savary, Copi, Topor e Frank Dickens ha percorso come editore i tracciati rapidi degli anni Sessanta fra la swinging London e la Parigi del ’68, seguendone poi le piste e i frazionamenti underground. Appassionato e buon intenditore di disegno e di humor, ha cercato dopo Linus di colpire anche il mondo dei bambini, prima con Il Giornalone e poi con Uffa, ma la traiettoria era stata calcolata troppo in anticipo. Come giornalista e scrittore, Gandini ha collaborato ai maggiori periodici e quotidiani italiani, parlando di gioco, immagini e ‘nostálgia’.”

La citazione è una delle tante autopresentazioni che Giovanni Gandini – nato in realtà nel 1929 e morto nel 2006, sempre a Milano – aveva allestito a chi gli chiedeva conto di una biografia zigzagante e inafferrabile. A questi dati si aggiungono una decina di titoli tra libri per adulti e per bambini, tra cui Caffè Milano (1987) e Un milione di copie (2006), sempre testimoni di una natura di irregolare che lo porta, per esempio, a essere titolare de Il Quartiere, una bottega dove vecchi fumetti si mescolavano a giocattoli di latta. Gli anni aurei sono tra il 1965 e il 1971, quando inventa e dirige Linus – il cui primo numero nasce in un ufficio dell’editrice Ricordi, presso cui Gandini allora lavorava – un caso editoriale che raggiunge le 110.000 copie e apre la strada, con i Peanuts, al fumetto per adulti in Italia. Quale è stata la ricetta del suo successo? Alla base c’è la curiosità onnivora di Gandini, affiancato da amici-complici (il notaio Franco Cavallone e Ranieri Carano, traduttori inventivi, il grafico Salvatore Gregorietti), oltre che dalla moglie Annamaria, titolare dal 1962 della libreria Milano Libri, diventata un punto di riferimento per la cultura cittadina.

“Un pioniere nel mondo del fumetto.”

Sfogliando le prime annate della rivista colpisce la funzionalità della grafica, curata da Gandini e Gregorietti, che offre una cornice comune ai comics anglofoni contemporanei (dagli statunitensi PeanutsPogo, B.C.Wizard of IdLi’l Abner, ai britannici Jeff Hawke e Bristow di Frank Dickens), storici (Popeye, Krazy KatDick Tracy), ai fumetti e all’illustrazione d’artista francese (l’argentino-parigino Copi, Roland Topor, Jean-Michel Folon, Jean-Claude Forest), ai classici dell’illustrazione italiana (da Antonio Rubino al Corriere dei Piccoli, fino al tentativo di richiamare in vita il Signor Bonaventura), a nuovi talenti (Neutron di Guido Crepax, da cui nasce Valentina), oltre che a una serie di ottimi articoli sulla storia del fumetto firmati da Vittorio Spinazzola o da Franco Cavallone.

Con il crescente successo di Linus, insieme agli speciali in cui escono anche I Fantastici Quattro di Stan Lee e Jack Kirby e Asterix di René Goscinny e Albert Uderzo, arrivano nuovi autori come Ralph Steadman, Bob Blechman e il classico Jean-Jacques Sempé, e serie come Doonesbury di Garry Trudeau e Mafalda di Quino. A fianco delle proposte del mensile, intanto, le Edizioni Milano Libri – dal 1963 sugli scaffali con Arriva Charlie Brown di Charles M. Schulz introdotto da Umberto Eco – portano in libreria i personaggi più celebri.

Pur avendo avuto un’indubbia funzione di pioniere nella storia del fumetto italiano, riconosciuta anche da artisti di generazioni successive (Sergio Staino, Andrea Pazienza, Tiziano Sclavi), non è facile confinare Gandini, per natura flâneur come raccontano i topi che disegnava firmandosi Carlo Staminski, in uno specifico disciplinare. La sua forza è stata di unire il fumetto all’illustrazione e al romanzo d’avventura, pescando nella miglior tradizione novecentesca della cultura popolare e rompendo gli steccati che la separavano dalla cultura alta in un momento in cui, gli anni Sessanta, la prima generazione di giovani adulti diveniva, insieme, la prima generazione di consumatori culturali. Un salto delle barriere, permesso anche da gusti personali, come mostra un’altra biografia dove Gandini elenca alcuni “autori succulenti”: “Irving, Giusti, Diane di Prima, Collodi, Westlake, Thurber, Sempé, Copi, Addams, Wodehouse (P.G.), Disney, Herriman, Ségar, Sullivan, McKay, Visconti Venosta, Tofano, Waugh, J. Roth, Tessa, London.” Una galleria in cui si mescolano disegnatori e scrittori, in una continuità di immaginario che non abbandona mai il progetto di fondo: un’educazione all’immagine intelligente, per i lettori di ogni età.

Fonte : “Guida del fumetto italiano” – articolo di Alessandro Beretta e Alberto Saibene


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