a cura della Redazione “Spettacolo e News”


E’ un’Italia profondamente martoriata quella che esce dalla seconda guerra mondiale, nel corpo e nello spirito, ancora fortemente legata a modelli di consumo arcaici. Basti pensare che quasi il 50% della popolazione è impiegata nel settore agricolo. Di quel poco che si riesce a guadagnare, quasi il 60%, si spende per mangiare.
C’è ancora poco spazio per i consumi di massa, non a caso le prime pubblicità che si fanno notare sono quelle della pasta: Barilla e Buitoni.
Guardando a questa “Italia affamata di nuovo” Caterina Lebole trasforma il commercio di stoffe e tessuti, in laboratorio di sartoria. A metà degli anni ’50, i suoi figli creano la GEM’S di Giannetto e Mario Lebole nel centro di Arezzo. Hanno capito che è arrivato il tempo per un nuovo ciclo: trasformare in industria la neonata attività di confezioni. Per Arezzo e provincia, un’area geografica ancora fortemente legata all’economia rurale e agricola è una svolta epocale. Le poche sarte impiegate diventano adesso decine e decine di operaie. Una generazione di nuove donne si affaccia alla storia.


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