a cura della Redazione “Curiosando Auto d’epoca”


La differenza più appariscente – che sconcerta e fa discutere gli addetti ai lavori ed i lancisti – sta nella linea della carrozzeria (sempre dovuta al designer Piero Castagnero, già autore della seconda serie) linea che, alternando parti arrotondate ad altre più tese e squadrate, risulta forse più moderna della serie precedente ma sicuramente è disarmonica.

Lancia Appia III serie

Anzitutto viene abbandonata la maschera a scudetto per una presa d’aria a sviluppo orizzontale di forma trapezoidale (somigliante a quella della Flaminia e delle “sorelle” Appia Coupé Pininfarina e Convertibile Vignale). Altre differenze di carrozzeria sono l’abbassamento del profilo del cofano motore, la modifica dei parafanghi posteriori (ora con rilievo più accentuato), la rinnovata forma dei paraurti (a lama squadrata) ed i nuovi gruppi ottici (di dimensioni più generose e, posteriormente, di forma più squadrata). Anche la zona della targa posteriore è oggetto di variazioni: la luce per l’illuminazione della targa è spostata sul paraurti e, di conseguenza, un nuovo profilo – con la ascritta Appia in corsivo – sovrasta la targa stessa. Una piccola “chicca”: la modanatura cromata che corre al centro del cofano motore reca, in punta, una lettera “A” in ottone. La gamma colori comprende ora anche alcune tinte metallizzate. All’interno viene aumentato lo spazio utile per i passeggeri (grazie ad una sistemazione “incassata” dei rivestimenti delle portiere) ed abbassato di 2 centimetri il sedile anteriore. Tra le altre modifiche minori vanno annoverati il potenziamento dell’impianto di riscaldamento, il montaggio del cosiddetto “specchietto di cortesia” sul retro della aletta parasole del passeggero, la nuova imbottitura delle citate alette parasole, e, al cruscotto, un diverso disegno del coperchio del vano per l’inserimento dell’eventuale autoradio. A proposito di autoradio: è anche possibile montare un nuovo ed originale apparecchio radio a transistor (Voxson tipo “Vanguard”) sprovvisto della solita antenna ed incorporato nello specchietto retrovisore. All’elenco degli optionals disponibili si aggiunge la frizione automatica Saxomat (90.000 lire il sovrapprezzo) e l’interno in pelle (già previsto per le ultime “seconda serie”): c’è da rilevare tuttavia che probabilmente la disponibilità della frizione automatica è rimasta a livello teorico in quanto pare non sia mai stata effettivamente montata su esemplari di Appia. Anche la meccanica subisce a sua volta parecchi interventi: la potenza del motore, grazie anche all’aumento del valore del rapporto di compressione (da 7,2:1 a 7,8:1) sale a 48 HP, mentre la testa, la distribuzione, l’alimentazione ed il sistema di raffreddamento vengono lievemente modificati. Il ponte posteriore ha un nuovo rapporto di 4,182:1 (11/46). Le ruote hanno un diametro inferiore e gli pneumatici hanno nuove misure (155 × 14 in luogo dei 155 × 15 precedenti). L’impianto frenante appare migliorato grazie ai nuovi tamburi anteriori doppio-avvolgenti. Modesto l’incremento delle prestazioni, con la velocità massima che passa da 128 a 132 km orari.

Rinnovata la gamma colori, che comprende anche tre vernici metallizzate (verde medio, celeste e grigio chiaro): altri colori si sono aggiunti successivamente e tra questi va segnalato un originale ma vistoso “oro Longchamps”.

Dalla fine del 1960 sull’Appia terza serie è disponibile (come optional) lo schienale unico a inclinazione variabile sino al totale ribaltamento; la regolazione avviene mediante la levetta disposta al lato esterno del sedile (nell’immagine, entro il riquadro rosso).

Lancia Appia 3 serie nei numeri

  • Periodo di produzione: dal marzo 1959 al 27 aprile 1963
  • Unità prodotte:

in totale 55.550 (55.577 secondo alcune fonti) di cui pochissime con guida a destra

  • Caratteristiche principali:

motore : anteriore a 4 cilindri a V di 1089,51 cm³, potenza 48 HP a 4900 giri, valvole in testa; :carrozzeria : berlina 4 porte, 4 luci, 4/5 posti, scocca portante, sospensione anteriore ruote indipendenti, sospensione posteriore ad assale rigido;trasmissione con trazione alle ruote posteriori, cambio a 4 rapporti+retromarcia ;dimensioni e peso: passo cm 251 – lunghezza cm 402,2 – larghezza cm 148,0 – peso in ordine di marcia kg 960;velocità max: km/h 132.

A meno di un anno dall’uscita, agli inizi degli anni ’60, la terza serie è oggetto delle prime variazioni di rilievo: l’adozione del circuito frenante sdoppiato tipo “Duplex” (esattamente dalla vettura n° 58778), una modifica ai mozzi delle ruote (le cui guarnizioni difettavano di tenuta provocando pedite d’olio) e la aggiunta dei ripetitori laterali indicatori di direzione (di forma rettangolare) in ossequio alle nuove norme del Codice della strada. Sul finire del 1960, dalla lista degli optionals sparisce la frizione automatica Saxomat – che, probabilmente mai montata sull’Appia, neppure sulla grossa Flaminia ha avuto la diffusione ipotizzata data anche l’avversione dei guidatori italiani per gli automatismi – ma, per contro, si può avere il sedile anteriore con schienale ribaltabile. Dall’ottobre del 1961 si rileva il montaggio di un nuovo tipo di candele, le Marelli CW 225 L. Nel 1961 la domanda di Appia inizia ad affievolirsi, nel 1962 la discesa si accentua: gli anni cominciano a pesare, la concorrenza è agguerrita ed ormai – grazie al Mercato Comune Europeo – non è più limitata alle “solite” Fiat ed Alfa Romeo ma proviene anche dalle marche estere, francesi e tedesche soprattutto. L’erede è comunque alle porte: nel mese di aprile del 1963 esce infatti la “Fulvia”, una “tutto-avanti” destinata a far strada, specie nella quasi mitica versione “Coupé”.