a cura della Redazione “Scuola e studenti” e “Focus Junior”


La scoperta, o meglio ancora il controllo, del fuoco da parte dei primi uomini rappresenta una svolta nell’evoluzione umana. Il fuoco infatti permetteva di cucinare i cibi, assumendo così più proteine e carboidrati e migliorando la nutrizione; di poter lavorare o spostarsi anche nelle ore notturne; e di potersi difendere dai predatori. Il controllo del fuoco da parte dell’Homo Erectus avviene durante il Paleolitico Inferiore, periodo storico che va da circa 2,5 milioni a circa 120.000 di anni fa. Le prove più antiche dell’utilizzo del fuoco da parte dei primi ominidi sono state ritrovate in diversi siti archeologici nell’Africa orientale.

Preistoria: la scoperta del fuoco

Circa 20 milioni di anni fa, il clima nell’Africa orientale cambiò, diventando più arido: le foreste si ritirarono e lasciarono il posto agli spazi della savana, aprendo la strada a un particolare gruppo di scimmie che iniziò a camminare su due gambe. Grazie agli incendi provocati dai fulmini, i nostri antenati fecero una scoperta: il fuoco era pericoloso, ma aveva anche dei vantaggi…

Avvicinandosi alle zone appena bruciate da un incendio, gli ominidi si accorsero infatti che i vegetali e la carne abbrustoliti dalle fiamme erano più facili da masticare… e molto più buoni!

COTTURA E ACCENSIONE

La “cottura” lasciava però a desiderare: c’erano parti di cibo troppo bruciate per essere mangiate, mentre altre restavano crude. Finché qualcuno provò a spostarle dove erano rimaste delle braci accese e… Voilà, il pranzo era servito!

All’inizio si cercò di conservare i tizzoni raccolti; in seguito si sfruttarono metodi sempre più elaborati per accenderlo dal nulla. Eccone alcuni esempi (che magari saranno famigliari agli esperti di escursioni e campeggi):

  • Metodo a sega: consisteva nello strofinare con energia due rami posti in modo trasversali. Il nome del metodo di deve al fatto che sembra proprio di segare il ramo…Con un altro ramo.
  • Metodo ad aratro: come l’aratro crea un solco nel terreno, così “l’addetto al fuoco” frizionava un grosso pezzo di legno per il lungo.
  • Rotazione di una bacchetta a mano: il fuoco veniva innescato grazie ad una fiammella ottenuta facendo ruotare con le mani una bacchetta su di una tavoletta.
  • Rotazione con archetto: questa tecnica già più “tecnologica” consisteva nel migliorare il metodo a bacchetta usando un archetto che migliorava la precisione della frizione e diminuiva la fatica del “fuochista”.
  • Con pietra focaia: i primitivi capirono che alcune pietre, sbattute con forza e precisione, generavano una scintilla in grado di innescare una fiamma.

IL “DOTTOR FUOCO”

Il controllo del fuoco fece fare all’Homo erectus un gigantesco passo in avanti!

Non solo scaldava nei periodi più freddi e teneva lontani i predatori: una volta cotti, semi e tuberi erano più facili da digerire, e la carne si conservava più a lungo. In più rendeva ogni nutrimento più sano, perché eliminava germi e parassiti.

PROMETEO, CHE EROE!

Anche gli antichi si chiedevano come e quando l’uomo fosse entrato in possesso del fuoco.

Nella mitologia greca, Ad esempio, è il titano Prometeo che, all’alba dei tempi, ruba agli dei il segreto del fuoco per donarlo agli uomini. Per questo, Zeus lo punisce incatenandolo ad una montagna.

PIGIAMA PARTY PREISTORICO

È merito del fuoco se riusciamo a pensare, parlare e scrivere!

I nostri antenati non dipendevano più dal sole per avere luce e calore. Adesso che potevano restare alzati fino a notte fonda ne approfittarono per chiacchierare, prendere decisioni di gruppo e raccontarsi storie. Il primo linguaggio complesso è nato lì, davanti alle fiamme.

Ancora adesso, starsene comodi davanti a un caminetto acceso ha qualcosa di magico. Alcuni studi dicono che il movimento delle fiamme e il suono della legna che scricchiola hanno un effetto rilassante. Che sia un ricordo ancestrale che ci accompagna fin dalla preistoria?

Fonte : Focus Junior – Studenti.it