Giulia Marchetti incontra Salvatore Fosci
Appassionato storico e ricercatore indipendente che ha riportato alla luce un antico e misterioso altare rupestre

Salvatore Fosci è un personaggio davvero straordinario, quasi una figura mistica in cui è facile imbattersi quando ci si incammina nei boschi di Bomarzo alla scoperta della Piramide Etrusca. Tutti conoscono Salvatore Fosci, che da anni è ormai considerato il naturale custode di questo enorme megalite e di tutta l’area boschiva che lo circonda. E’ lui che nel 2008 ha volontariamente lavorato per ripulire questo enorme masso scolpito dalla fitta vegetazione e dalle radici che per secoli lo avevano avvolto e inghiottito. E’ sempre lui che ha aperto con fatica e a colpi di machete il sentiero che porta a questo suggestivo sito affinché tutti ne possano godere e gioire.
La storia della Piramide Etrusca non discosta molto da tanti altri tesori del passato che, oscurati da fitte foreste e vegetazione, aspettano solo di essere scoperti e ripuliti. Tuttavia, ciò che in questo caso è singolare è che la rinascita di questo sito non è dovuta a studiosi ed archeologi, ma ad un agricoltore con la passione per la storia.
Infatti, nella primavera del 1991 due archeologi locali, Giovanni Lamoratta e Giuseppe Maiorano, si erano già imbattuti in questo enorme masso con altari e gradini, che a prima vista ricordava le piramidi Maya scoperte nelle giungle del Belize e del Messico. Ma la loro scoperta non aveva ricevuto la meritata attenzione e ci sono voluti altri venti anni ed il duro lavoro di Salvatore Fosci per restituire al mondo questa meraviglia, suscitando la piena attenzione della società e dell’ambiente accademico.
Questo appassionato storico dichiara di essere stato ispirato dai racconti di suo nonno e di suo padre che per molti anni hanno lavorato in quei boschi, presidiandoli con cura e con rispetto. Loro chiamavano questa piramide il “Sasso del Predicatore”, o semplicemente “Sasso con le scale”, e non immaginavano, neppur lontanamente, la sua reale importanza.
Ora, giungendo in questo sito si ha la percezione che questa piramide sia stata restituita alla storia. Concentrandoci nella sua contemplazione, possiamo vivere una esperienza quasi ascetica in cui le vibrazioni che ci avvolgono segnalano la presenza dei nostri avi, il cui spirito vaga ancora tra gli alberi e le rocce.
Salvatore Fosci afferma: “Bisogna avvicinarsi alla piramide con estremo rispetto. Di rispetto ce ne ho messo tanto anche io quando l’ho ripulita dalla coltre di vegetazione insidiosa. E’ stato un mese e mezzo di duro lavoro e tanto sudore, portato avanti con umili arnesi e senza mezzi a motore per paura di rovinare qualcosa, E appunto, ho messo rispetto… E’ la piramide che in qualche modo domina noi, noi possiamo solo rispettarla… Ma oggi c’è poca consapevolezza di mantenere un monumento sacro, nel senso che c’è troppo caos e troppo rumore che vanno a rovinare tutta questa atmosfera di sacralità che andrebbe invece rispettata”. Infatti, non è detto che una persona debba avere particolari credenze religiose per avvicinarsi a questo sito con rispetto. Al di là di tutto, questo è un luogo sacro perché è appartenuto ai nostri avi, che ce l’hanno lasciato in eredità e noi abbiamo il dovere di rispettarlo e preservarlo anche attraverso il silenzio.
Tuttavia, per questo meraviglioso “riscopritore”, la storia della piramide è anche un po’ il diario della sua vita dove la figura predominante è quella di suo padre. Sono stati infatti proprio i racconti del genitore a spingere Salvatore a compiere questa impresa, e lo ha fatto anche un po’ per riappropriarsi delle sue origini. Accarezzando la pietra afferma:”Questa pietra quando la tocchi trasmette qualcosa di importante. Trasmette le emozioni del passato e le connessioni che abbiamo con i nostri avi”.
La figura di Salvatore Fosci è ormai indissolubilmente legata a quella della Piramide Etrusca, tanto da essere spesso ospite di documentari storici e programmi televisivi. Ma molti forse non sanno che questo personaggio, incredibilmente unico, è anche un bravo artista e scrittore. Dal padre Salvatore ha ereditato infatti anche la passione per la lavorazione della pietra, che riesce a traslare anche su legno, tanto da creare meravigliose sculture. Il bosco, la natura, gli uccelli ed i siti archeologici sono la sua principale fonte di ispirazione, e il parco intorno alla sua casa è una mostra a cielo aperto di moai e altre opere d’arte.
Autore del libro Vulcano nascosto. Una interpretazione del bosco sacro di Bomarzo, nella sua biografia si legge “Personaggio davvero singolare, dotato di uno straordinario spirito di osservazione, di un’ottima memoria visiva e di un notevole intuito, profondamente integrato nella sua realtà territoriale, nei cui confronti nutre un estremo rispetto e un grande amore. A lui spetta il merito di averla ripulita, resa perfettamente visibile e fatta conoscere la ormai famosa Piramide Etrusca e di aver compiuto innumerevoli esplorazioni nei boschi e nelle campagne bomarzesi, scoprendo e documentando non poche tracce di antiche presenze”.
Informazioni sulla Piramide Etrusca di Bomarzo (Viterbo)
Il sentiero che porta alla Piramide Etrusca è avvolto tra i faggi che dominano i boschi dei Monti Cimini. Bisogna percorrere in discesa la via cava, uno stretto sentiero scavato dagli Etruschi e simile a un canyon. Tutto intorno un trionfo di tesori botanici che arricchiscono la vegetazione di foglie multiformi, bacche colorate, muschi ed edere rampicanti. L’ossigeno che emana dagli alberi è intenso e l’odore è quello tipico del bosco.
Trovarsela davanti è sempre una magnifica emozione. Si rimane bloccati ad ammirarla dalla giusta distanza per coglierne incantati tutta la sua straordinaria bellezza. E’ una esperienza mozzafiato.
Sebbene il nome di questo antico masso suggerisca la forma di una piramide, in realtà si nota subito che è molto diverso da una piramide. La sua forma così particolare la rende ancora più unica. Per molti archeologi la Piramide risale all’età del bronzo, mentre altri studiosi la attribuiscono ai romani. Tuttavia, con ogni probabilità, furono gli etruschi che intorno al VII secolo a.C. scolpirono questo misterioso megalite da un’enorme masso di peperino, una roccia vulcanica grigia tipica dei Monti Cimini. Gli etruschi erano un antico popolo che viveva nell’area corrispondente grosso modo alla Toscana, all’Umbria occidentale e al Lazio settentrionale. La loro civiltà risale all’VIII secolo a.C. e viene assorbita nel 27 a.C. dall’Impero Romano. Gli Etruschi hanno sviluppato una vibrante cultura artistica e architettonica che ci ha lasciato un enorme patrimonio, fatto di tombe dipinte, sarcofagi, sculture, iscrizioni, ceramiche, ornamenti personali, lavori in metallo, carri e così via. Ed è bello pensare che molto probabilmente ci hanno lasciato anche questa meravigliosa piramide che si erge imponente ancora oggi.
Per avere un’idea della grandezza e della maestosità di questa piramide, basti pensare che misura circa 16 metri di lunghezza, 7 metri nel punto più largo e 9 metri di altezza. Con i suoi 28 gradini, due altari minori e uno principale sulla sommità rocciosa, la Piramide Etrusca è una delle meraviglie del mondo, immersa in un sito arcaico ed enigmatico, per qualcuno anche esoterico o spiritualmente magico. Sebbene non ci siano prove reali che questa Piramide fosse usata anche per sacrifici umani o animali, ciò è tristemente probabile, essendo questi rituali una pratica molto comune in tutto il mondo antico. La stessa struttura della Piramide, con i suoi canali e le cavità, suggerisce l’uso del drenaggio per i fluidi sacrificali.
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