a cura della Redazione “Scuola e studenti” e “Focus Junior”


Il telefono è un dispositivo di comunicazione che permette la trasmissione dei suoni a distanza e che ha rivoluzionato il mondo delle telecomunicazioni. Infatti, il termine telefono deriva da due parole greche che significano rispettivamente “lontano” e “suono”. Il merito della sua invenzione è sempre stato oggetto di contesa. Il brevetto, datato 1876, è stato depositato dallo statunitense Alexander Graham Bell, dipendente della Western Union Telegraph Company, anche se ormai viene riconosciuto che è stato in realtà l’italiano Antonio Meucci – e forse, prima di lui, Innocenzo Manzetti – ad aver realizzato i primi prototipi del telefono.
Nel 1834 Meucci, a Firenze, iniziò a lavorare su un dispositivo per la trasmissione dei suoni. Si trasferì poi a New York, e nel 1854 costruì il primo prototipo, chiamato da lui telettrofono, che utilizzava in casa per comunicare con la moglie, confinata a letto dall’artrite. Meucci continuò i suoi prototipi e perfezionamenti a Cuba, e nel 1871 depositò un brevetto temporaneo al prezzo di 10 dollari l’anno, visto che non poteva permettersi il costo del brevetto definitivo. Riuscì a pagare solo due volte e nessuna compagnia telegrafica accettò di finanziarlo. Infatti, Meucci sottopose alcuni suoi prototipi del telettrofono a varie compagnie, tra cui anche la Western Union Telegraph Company, che non solo rifiutò il suo progetto, ma gli comunicò anche di aver perso i prototipi inviatogli. Tuttavia, il 7 marzo 1876, un ex dipendente di quella stessa azienda telegrafica, Alexander Graham Bell, depositò un brevetto per un dispositivo “per trasmettere la voce o altri suoni per mezzo di ondulazioni elettriche”, guadagnandosi così il titolo di inventore del telefono, titolo che egli mantenne per tutto il secolo scorso. L’ipotesi più probabile fu che Bell, mentre ancora lavorava alla Western Union, abbia avuto la possibilità di vedere i prototipi e da lì trarre l’idea per il suo telefono. Meucci lo denunciò per avergli rubato l’idea, ma perse la prima causa. In seguito, nel 1887, la Corte Suprema degli Stati Uniti gli diede ragione, ma ormai Bell aveva avviato la Bell Telephone Company (oggi diventata la AT&T, American Telephone and Telegraph), una importante industria di telecomunicazioni, oggi una delle maggiori d’America. Meucci morì poi nel 1889 e nessuno contestò più il brevetto di Bell, scaduto nel 1893.

Tuttavia, nel 2002 il Congresso degli Stati Uniti ha riconosciuto ufficialmente la paternità del telefono a Meucci, spiegando come egli, essendo povero, non avesse avuto la possibilità di pagare un brevetto, sebbene ne avesse dato una dimostrazione già nel 1860 e l’avesse pubblicata sul giornale italiano di New York.

Dal primo modello di telefono alle evoluzioni successive

Il primo modello di telefono consisteva in un microfono chiamato trasmettitore, e un altoparlante, il ricevitore, collegati tra di loro da un circuito elettrico con una batteria. Data la sua complessità e il suo costo, all’inizio il telefono rimase un privilegio riservato a pochi, che lo potevano utilizzare solo con utenti della stessa linea urbana. La prima telefonata ufficiale avvenne a Boston il 10 marzo 1876, quando Bell, allora professore di Psicologia vocale e dizione all’Università, chiamò telefonicamente il suo collaboratore, esclamando: “Venga qui Watson, per favore. Ho bisogno di lei!”. A partire dal 1881, il telefono, o “telegrafo parlante” come veniva definito, veniva utilizzato soprattutto da banchieri, agenti di cambio o dalle ferrovie. È solo dopo la prima guerra mondiale che il telefono inizia a diffondersi e a essere utilizzato anche in ambito privato. La sua forma cambia, assumendo quella più moderna e conosciuta della “cornetta”, nella cui parte inferiore viene posizionato il microfono, che trasforma le oscillazioni meccaniche prodotte dal suono in variazioni di un campo magnetico e in seguito in variazioni di corrente elettrica. Una volta raggiunta l’altra estremità, la variazione elettrica viene riconvertita in suono e trasmessa all’altro interlocutore tramite l’altoparlante posizionato nella parte superiore della cornetta. Di solito, per i collegamenti telefonici viene utilizzato il filo di rame. Inizialmente, la commutazione, ovvero il trasferimento della chiamata all’utente giusto, veniva effettuata a mano da operatori specializzati, perlopiù donne, chiamate centraliniste. La commutazione è stata poi resa automatica grazie all’assegnazione di un numero ad ogni utente, che permette quindi a un privato di chiamare un altro utente specifico senza bisogno di una intermediazione.
Negli anni ’50 il telefono vive un vero e proprio boom, che sfocia poi in tutti i suoi derivati quali la segreteria telefonica, il fax, il cercapersone, la rubrica e i cellulari.

Fonte : “Skuola.net”