Il mare che è salutare, ahimè, quante vite umane osa ingoiare. Il tempo muta passioni e sentimenti, i ricordi non svaniscono, sono sempre presenti.

 IN RIVA AL MARE
  
 Mentre l’onda s’infrange sullo scoglio
 ripenso ai tempi vissuti con orgoglio,
 quando non v’era l’ombra di uragano,
 quando l’irto sentiero pareva lontano.
  
 L’uno dopo l’altro accalcano la mente
 quegli anni belli trascorsi celermente;
 quel tempo fugace che si è susseguito  
 e ogni buon proposito che ho esaudito.
  
 Ma il tempo è cinico, corre impietoso  
 ed anche il sentiero si fa più tortuoso;  
 il placido mare che prima m’infatuava
 ora m’infastidiva, quasi mi ripugnava.
  
 Lo strido di gabbiano esula il pensiero,
 così la mente torna al mondo veritiero;
 mentre il sole mi continua a riscaldare
 son ben altre cose a farmi vagheggiare.
  
 Son le onde del mare che alzan la cresta
 e m’incutono dentro la loro ira funesta;
 quell’ira che impera e che osa divorare  
 tante vite umane che lo hanno a sfidare.
  
 Di lì appresso, su una minuta barchetta,
 vi è un pescatore che placido si alletta,
 l’azzurro mare continua a sciabordare
 e l’eco dei ricordi mi torna ad incalzare.