a cura di Raffaele Santilli
L’espressione giapponese Zen può essere tradotta come un “vedere in profondità”. Ma cosa possiamo vedere in profondità? Ciò che non è in superficie, lo stadio anteriore a ciò che siamo, uno stadio anche definito come “motore inmoto”, potenzialità inespressa. Tale condizione viene detta Buddha nel buddhismo e che lo Zen vuole esprimere nell’ordinarietà e nel quotidiano liberato da tutte le dipendenze e da tutte le schiavitù del linguaggio e del pensiero per unirsi alla totalità dell’esistenza.