di Felice Nicotera


Il Centro Studi “A. Genovesi” di Castiglione del Genovesi, intitolato al famoso filosofo-economista, nato appunto a Castiglione del Genovesi nel 1713, festeggiò il 16 maggio 2015 i 15 anni dalla nascita con un convegno, supportato da una mostra fotografica, una rassegna stampa, delle ricerche, dei libri pubblicati e la proiezione di filmati. Un percorso sviluppatosi tra storia, cultura e tradizione, iniziato il 13 aprile 2000 (ora sono vent’anni di attività) su iniziativa del Comune di Castiglione del Genovesi e di un gruppo di altri soci fondatori tra cui la Provincia di Salerno, la Comunità Montana Zona Monti Picentini, l’A.N.RE.C. (Associazione Nazionale Revisori Contabili) e il dott. Vittorio Paravia (Presidente Fondazione Antonio Genovesi). Il Centro Studi ha tra le proprie finalità l’approfondimento e la diffusione del pensiero di Antonio Genovesi nonché lo studio e la promozione di iniziative volte alle problematiche economiche, sociali e culturali della provincia di Salerno e della Regione Campania. Dal 2006 ha stipulato una convenzione con l’Università per Stranieri di Siena per lo svolgimento di corsi di lingua italiana per lavoratori immigrati. L’instancabile dott. Alberto Vitolo, presidente del sodalizio per lunghissimi anni, i rappresentanti del Comitato Scientifico, le tantissime personalità del mondo accademico, le Istituzioni, la Chiesa, la Scuola il Forum dei Giovani, hanno contribuito con il loro insostituibile apporto, nel corso delle numerose attività, susseguitosi attraverso convegni e seminari, pubblicazioni, visite, Borse di Studi e celebrazioni, al successo di tutte le iniziative. Antonio Genovesi nacque il 1° novembre 1713 a Castiglione (oggi Castiglione del Genovesi), da padre calzolaio, di famiglia nobile decaduta. Si dedicò fin da giovane alla vita ecclesiastica e nel 1737 venne ordinato sacerdote. Dopo aver vissuto per qualche anno a Buccino, nel 1738 si trasferì a Napoli. Qui studiò filosofia frequentando le lezioni di Vico, il cui pensiero sarebbe rimasto una costante fonte di ispirazione anche nella sua produzione economico-sociale. Nel 1739 fondò una scuola privata per insegnarvi filosofia e teologia iniziando così a maturare anche la sua esperienza pedagogica. Nel 1743 pubblicò il primo tomo degli Elementa metaphysicae, opera filosofica duramente attaccata dagli ambienti ecclesiastici a causa degli influssi nordici presenti nel suo pensiero, al punto da non ottenere l’approvazione ecclesiastica dell’arcivescovo di Napoli, cardinale Giuseppe Spinelli, per il rifiuto di Genovesi di eliminare alcuni passaggi del testo. Per questa ragione Genovesi venne accusato dagli ambienti curiali anche di ‘ateismo’. Rischiò per questo di perdere l’abito talare e dovette ricusare, almeno formalmente, alcune delle sue tesi, per non perdere la cattedra di filosofia. La cattedra la perse tuttavia solo pochi anni dopo per occuparne un’altra, più rilevante per la storia del pensiero, quella di commercio e meccanica. In quegli anni burrascosi molto importante fu per la sua attività il sostegno del vescovo di Taranto Celestino Galiani, suo amico ed estimatore. Nel 1745 pubblicò gli Elementa artis logico -criticae e, nello stesso anno, ricevette da Celestino Galiani la cattedra che fu di Vico, etica o filosofia morale. Nell’agosto del 1746 iniziò le lezioni nelle quali inserì, grande novità per il tempo, anche elementi di politica. Nel 1747 si riacuì la persecuzione della curia e del cardinal Spinelli, che gli negò l’imprimatur per la pubblicazione della seconda parte degli Elementa, poiché una commissione teologica, composta in buona parte da nemici dichiarati di Genovesi, trovò in essa più di cento tesi eretiche. Anche le sue Lezioni di economia civile furono messe all’indice. A lui venne affidata nel 1754 a Napoli la prima cattedra di economia di cui si ha traccia in Europa, con la lingua delle lezioni in italiano. Negli ultimi quindici anni della sua vita si concentrò quasi esclusivamente sulle materie economiche, etiche e antropologiche, che fecero del suo insegnamento un magistero riconosciuto in tutta l’Europa illuminista. Nel 1754 pubblicò il manifesto del programma riformatore del circolo: Discorso sopra il vero fine delle lettere e delle scienze, un’analisi sulle cause e ragioni del declino economico e civile del Regno di Napoli, che ancora oggi conserva tutta la sua forza culturale e di pensiero. Tra il 1765 e il 1769 Genovesi pubblicò le sue opere più importanti: in primo luogo, le Lezioni di economia civile; quindi la Logica (1766), la Diceosina o sia della filosofia del giusto e dell’onesto (1766), e scrisse il commento a una nuova traduzione italiana dell’Esprit des lois di Montesquieu. Morì prematuramente a Napoli il 12 settembre 1769.