a cura della Redazione di Treff Club50

Cosa tiene uniti i fratelli e cosa invece li separa? Perché fratelli e sorelle possono diventare rivali e qual è il ruolo dei genitori in questa evoluzione?
I principi britannici Harry e William hanno aperto la strada: a volte i fratelli hanno bisogno di andare per la loro strada per liberarsi dal peso delle aspettative familiari. Ma non è sempre necessario un taglio radicale, e può succedere che una rottura tra fratelli non sempre porti a un chiarimento.
Quali sono i principali problemi in una relazione tra fratelli?
Innanzitutto la gelosia, la sensazione di essere trattati ingiustamente. La migliore soluzione sta, come sempre, nel cercare un dialogo con il fratello e con i genitori per chiarire eventuali malintesi (se di questo si tratta)
Quanto si soffre per la rottura con un fratello o una sorella? Molto e spesso per tanto tempo. I fratelli sono di solito figure di attaccamento molto strette, per questo si può essere feriti più facilmente e spesso più profondamente che da altre persone.
Anche il paragonarsi troppo con un fratello o una sorella può causare sofferenza. Infatti, se nell’infanzia confrontarsi fa fondamentalmente parte del normale sviluppo del bambino, quando i genitori in primis contribuiscono ad alimentarne – spesso involontariamente – la rivalità, c’è il rischio che ne venga minato il rapporto da adulti.
Quali cambiamenti attraversa un rapporto tra fratelli nel corso della vita?
Alcune relazioni tra fratelli rimangono molto buone per tutta la vita, pur includendo discussioni, incomprensioni e gelosie.
All’inizio si tratta di questioni infantili: si litiga per i giocattoli e per l’affetto dei genitori. Più tardi, i fratelli si chiedono chi sia il più bravo a scuola o con gli amici. E ancora dopo, nella prima età adulta, ciascuno va per la propria strada, ci si trasferisce, si inizia a lavorare, forse si forma una famiglia. Spesso si allontanano l’uno dall’altro per un po’, finché i loro genitori non invecchiano e arriva il momento di affrontare qualche malattia malattie o hanno bisogno di essere accuditi: a quel punto, di solito, si avvicinano di nuovo. Alla morte dei genitori, la gestione dell’eredità contribuisce purtroppo a far scoppiare vecchi conflitti sepolti.
Il ruolo dei genitori.
I genitori hanno una grande influenza sulla creazione di un rapporto armonioso e stabile tra fratelli fin dalla loro infanzia.
Prima tratteranno i loro figli in modo equo, senza favorire né svantaggiare nessuno di loro, a vederli come singoli individui e a trattarli come tali, migliori saranno le loro possibilità di andare d’accordo in futuro. La frase che tutti noi abbiamo dovuto ascoltare più di una volta nella nostra vita, “Guarda come sta facendo bene tuo fratello o tua sorella”, a detta degli psicologi, si rivela molto dannosa per il rapporto. I genitori dovrebbero, e non è un compito facile, riuscire a valorizzare e sostenere ciascun figlio come un’unità indipendente, evitando il confronto diretto o indiretto con il resto della prole. Ma, ammesso che ci si riesca, questo comportamento non darà una garanzia assoluta che i fratelli andranno d’accordo per sempre: a seconda, infatti, di come ogni figlio riuscirà o meno nella vita personale e nel lavoro, potranno scoppiare nuovi attriti e gelosie, arrivando perfino all’interruzione dei contatti per anni e all’auto esclusione dalle riunioni famigliari in presenza del fratello o dei fratelli con cui si è litigato.
Purtroppo, dal momento che di regola i sentimenti negativi sono destinati a riemergere per lunghissimo tempo, reprimerli (allontanandosi) non significa risolverli.
Cosa spinge i fratelli a separarsi?
Cominciamo con dire che i partner dei fratelli, cioè i cognati o le cognate, rivestono un grande ruolo in questi conflitti, tanto in termini negativi, quanto positivi, facendo sì che in una relazione già difficile si allontani ancora di più o, al contrario, aiutando a riparare il rapporto e a fare chiarezza.
La cosa migliore sarebbe comunque non prendere le parti di uno o dell’altro e tenersi fuori da un conflitto che è già di per sé di difficile soluzione.
Chi deve fare il primo passo per la riappacificazione? Un punto spinoso non solo tra i fratelli, ma anche in altre controversie, e nei rapporti di coppia. Voler “salvare la faccia” comporta la domanda: “chi deve cedere per primo?”. Fare il primo passo è visto come un’ammissione di colpa e a chi piace ammettere di aver commesso un errore? Di regola, si cerca prima un’altra persona da incolpare. Frasi come: “Se tu non bevessi così tanto, io non uscirei tanto spesso”. Oppure: “Se tu non uscissi così tanto, anch’io non mi lamenterei sempre” non fanno altro che dare vita a un circolo infinito di accuse reciproche.
Più numerosi sono i casi in cui il fratello minore è quello più critico, mentre il maggiore, che si identifica maggiormente con i valori della famiglia, rimane il più tradizionalista.
Come arrivare a una riconciliazione?
Non è facile, ma bisognerebbe iniziare da sé stessi, esaminando in modo critico il proprio ruolo nel conflitto.
I reali britannici sono attualmente un esempio di disputa tra fratelli. Il principe Harry ha detto addio alla famiglia reale con critiche feroci trasferendosi negli Stati Uniti con la moglie, a spese della sua relazione con il fratello William. È concepibile che un passo così radicale possa anche portare qualcosa di positivo per la relazione tra i due a lungo termine?
È il classico caso di rottura degli schemi da parte del fratello minore che, se gestita bene, potrebbe rappresentare per il maggiore un’occasione di mettere in discussione le tradizioni familiari, vedendo il fratello non come un distruttore, ma come un modello da seguire.
In passato si affermava: “Quello che non si impara da bambino, non si imparerà mai” o “I bambini si formano entro i quattro anni, dopo non si può più fare niente“. I ruoli e i modelli di comportamento erano rigidi e prefissati.
In realtà, se si lascia aperta la porta alla possibilità di trasformazione, guardando ai propri fratelli con in modo libero da preconcetti, i cambiamenti avvengono e spesso sono hanno effetti positivi su tutta la famiglia.
Fonte : Club50 – art. a cura di Emilia31
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