a cura della Redazione “Il Postalista”


Nell’agosto del 2000 fui a Riccione per le vacanze estive; una cosa normale, da famiglia normale.
Il giorno stesso fui al locale Chiosco Giubileo sia per motivi di lavoro sia per gli annulli con bollo speciale; il chiosco era in fondo al Viale Ceccarini, lato mare, ed era in un bel telebus, allungabile, realizzato dalla Franz Isella S.p.A. di Varese; mi accettarono invii per raccomandata, chiaramente col Bollo Giubileo e mi obliterarono qualcosa d’altro su cartolina; spedii anche una Notifica Giudiziaria fatta da Avvocato, in bustona verde e mi dissero che era l’unico atto di notificazione partito dal Chiosco con bolli Giubileo.

Avrei potuto prendere il locale filobus intercomunale e andare al Chiosco Giubileo di Rimini, ma per prima cosa avevo terminato il materiale da spedire e poi non volevo sciupare una mattinata intera di spiaggia, data la brevità delle vacanze (due settimane); mi riservai, al ritorno a Roma, di chiedere il servizio filatelico a Rimini tramite Posta.

Così feci ed al ritorno nella mia città spedii una raccomandata A. R. al Chiosco Giubileo di Rimini con la richiesta del servizio filatelico; ho ancora in mie mani il relativo Avviso Mod. 23-I.

Rimini (il Chiosco di Rimini o lo Sportello Filatelico di Rimini Centro) non mi hanno risposto mai.

Tutti i chioschi giubileo d’Italia sono stati chiusi il 6 gennaio 2001, ma da Rimini nessuna risposta, telefonicamente o per iscritto, ma non lo feci, preso dal lavoro.
Poi l’anno seguente 2001, ad agosto, sempre facendo le vacanze a Riccione com’era accaduto l’anno precedente (ci sarebbe da dire “stessa spiaggia, stesso mare…..”), decisi di andare a vedere cosa fosse accaduto a Rimini, comprai i biglietti in tabaccheria e con il locale filobus andai a Rimini Centro.

Allo sportello filatelico trovai una signora che mi spiegò cos’era accaduto.
Rimini Centro aveva installato il Chiosco Giubileo in Piazzale Kennedy, fronte mare ma, mi disse la signora, poiché nel chiosco era stata assegnata una giovane che forse parlava le “lingue” ma non era capace di effettuare i servizi filatelici e metteva i timbri “a pera”, insomma vendeva solo francobolli e cartoline, il Direttore dell’Ufficio decise di non far fare a quella maldestra i servizi filatelici chiesti da tutta Italia e di rinviare il tutto a dopo la chiusura del chiosco a gennaio), facendo fare in Ufficio e –bene- il servizio a chi era competente.

Pare che dal 7 gennaio iniziarono ad evadere le richieste filateliche e tutti i bolli che apponevano furono datati 5 gennaio (l’ultimo giorno utile, dato che in tutta Italia il solo Chiosco di Roma San Pietro restò aperto la giornata della Befana 2001).

Quando arrivarono alla mia richiesta era aprile 2001 e l’impiegata che lesse la mia raccomandata, con terrore, s’accorse che io avevo chiesto non solo i timbri su cartoline e buste, ma anche la spedizione di Raccomandate e così s’era bloccata perché se avesse obliterato i francobolli con bollo giubileo in data 6/1/2001 non avrebbe potuto passarle, avviarle col metodo “dove-quando” del nuovo programma con la data di aprile.

La signora mi consegnò brevi manu le cartoline e le buste con gli annullamenti del 6 gennaio e che riportai a Roma, ma io lasciai lì, allo sportello filatelico le due Raccomandate che erano da spedire, ma che non erano state avviate.

Rientrato a Roma, poi, feci causa a Posteitaliane avanti al Giudice di Pace di Roma (competente quale Corte del convenuto, cioè di Posteitaliane che ha sede in Roma), per il mancato servizio filatelico.

La causa, nella quale Posteitaliane si costituì esplicando una lunghissima difesa scritta (forse perché una decisione a me favorevole avrebbe costituito un “precedente” spiacevole), alla fine l’ho persa perché il Giudice accertò che Posteitaliane non assume, secondo il Regolamento Postale vigente, alcuna responsabilità per il servizio filatelico e per fortuna (data l’unicità e le novità della questione portata avanti al Giudice), le spese di lite vennero compensate, cioè non ho dovuto rimborsare onorari e accessori all’Azienda postale che aveva vinto.

A Rimini sono rimaste le mie due buste, affrancate coi valori dell’epoca e al tariffario dell’epoca, mai avviate e che non ho mai saputo quale fine possano aver fatto.

In conclusione: da tanti Chioschi Giubileo ho ottenuto la spedizione di Raccomandate, tutte con A.R.; da Rimini no; mi sono restati, a vita, dei “buchi” nell’album.

Di seguito si possono scaricare: la mia citazione dell’epoca, l’atto di costituzione di Posteitaliane e l’estratto della sentenza. E non poteva mancare l’immagine di una delle cartoline filateliche con bollo Giubileo di Rimini.


Articolo di Antonio Rufini


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