a cura della Drs Maria Luigia Bianco


La parola “detox”, abbreviazione per “detoxification” cioè “disintossicazione”, crea un certo squilibrio accanto alla parola “dieta”. E’ infatti un termine medico comunemente utilizzato per indicare il processo di rimozione delle sostanze tossiche dall’organismo di pazienti che abusano di alcol o di sostanze stupefacenti.

Le diete detox sono delle diete a breve termine (da 3 giorni a 3 settimane) che promuovono spesso il consumo di succhi di frutta, centrifughe di verdure e frullati, fino ad arrivare a periodi prolungati di digiuno e all’utilizzo di lassativi, diuretici o vitamine. Molto spesso l’ideatore della dieta propone anche una serie di prodotti preformulati (ad esempio polveri per frullati, capsule vitaminiche o speciali tisane). Tali diete sono designate con lo scopo di eliminare tossine accumulate nell’organismo, ad esempio inquinanti, pesticidi, sostanze chimiche sintetiche, metalli pesanti, conservanti o coloranti presenti nei cibi raffinati. Altre caratteristiche di queste diete includono l’eliminazione temporanea di alimenti raffinati e notoriamente nocivi quali alcol, zuccheri e dolciumi, lieviti, latticini.

A dispetto dei buoni propositi, le diete detox attualmente in commercio non hanno però mai descritto o identificato alcuna specifica tossina eliminata in seguito all’utilizzo della dieta né hanno mai identificato alcun meccanismo biologico alla base. Ad oggi, non esiste alcuna rigorosa evidenza clinica sull’efficacia di questo tipo di diete o su un loro effetto benefico sulla salute. I pochi studi esistenti sono spesso effettuati su gruppi di persone molto piccoli o non sono stati eseguiti in maniera corretta (mancanza di gruppi di controllo, misurazione qualitative e non quantitative).

Il corpo umano ha sviluppato dei sistemi altamente sofisticati per eliminare le tossine. Fegato, reni, sistema gastrointestinale, pelle e polmoni svolgono ruoli complementari nell’escrezione di diverse sostanze di rifiuto. Purtroppo però pesticidi quali il DDT o i cosiddetti POPs (inquinanti organici persistenti) si accumulano nei tessuto adiposo e impiegano anni per essere smaltiti. Lo stesso vale per metalli pesanti quali il mercurio, che resiste due mesi nel sangue ma fino a 20 anni nelle ossa. Oltretutto i livelli di mercurio, cadmio o alluminio presenti nella dieta sono più bassi dei livelli soglia. Risulta quindi impensabile che una dieta di pochi giorni possa essere d’aiuto.

Resta però un’importantissima domanda: al di là delle trovate commerciali, una nutrizione completa e bilanciata può avere un ruolo nei meccanismi naturali di purificazione dell’organismo? Sì, esistono alcuni studi preliminari che suggeriscono l’esistenza di componenti nutrizionali con proprietà disintossicanti.

Il coriandolo, l’acido malico (nell’uva e nel vino), l’acido citrico (negli agrumi), l’acido succinico (nelle mele e nei mirtilli), la pectina presente nella buccia degli agrumi e la Chlorella (un tipo di alga verde) hanno dimostrato di poter essere in grado di facilitare l’eliminazione di metalli tossici in diversi studi scientifici. La stessa Chlorella ha anche dimostrato proprietà disintossicanti nei confronti dei POPs, nonostante le evidenze negli uomini siano ancora molto scarse. Non possiamo negare infine l’efficacia di alcune diete da eliminazione nella cura ad esempio della candida, la cui guarigione è favorita dall’eliminazione di lieviti dalla dieta, o nella miglioramento della salute del fegato e dell’intestino (ad esempio rimozione di alcol, bibite gassate, caffeina), solo per citarne alcuni.