a cura della Redazione di Treff Club50


È difficile immaginare una persona depressa che però svolge regolarmente le sue attività e magari riesce anche a sorridere a tutti. La depressione buia e triste, non è l’unica forma esistente e il depresso non è solo colui che si chiude in casa a pensare che “tanto è tutto inutile”. Ci sono molte forme di depressioni atipiche tra le quali quella “mascherata”. 

Depressione mascherata

Il termine “depressione” è oggi fin troppo inflazionato: si usa comunemente anche per indicare chi sta solo giù di morale, chi è triste o malinconico, per questo capire il significato di depressione mascherata diventa ancora più difficile. Si pensi che con questo tipo di depressione, quando colpisce un paziente, egli stesso non è consapevole di averla. Sembra un paradosso, ma le difficoltà diagnostiche stanno proprio in questo. Mentre chi soffre di depressione maggiore non riesce a svolgere le sue attività, si chiude, vive lunghe fasi di ritiro sociale e ha difficoltà anche semplicemente a lavarsi, chi soffre di depressione mascherata riesce a svolgere tutte le sue attività, magari con fatica, con stanchezza e sofferenze, ma riesce a portarle a termine, vivendo in uno stato di “resistenza” dove il malessere psicologico è riflesso sul corpo.

Che cosa è?

La depressione mascherata sembrerebbe essere un fenomeno molto comune e frequente quanto, se non più di quella conclamata. E’ una forma atipica che presenta una predominanza di sintomi somatici, e solo alcuni dei classici sintomi della depressione che tutti conosciamo. Chi soffre di depressione mascherata tende a riflettere sul proprio corpo tutti i suoi disagi inconsci perché non è in grado di esprimerli o riconoscerli altrimenti. La depressione mascherata è stata descritta come una forma di depressione endogena, legata più a tratti caratteristici della personalità che non a episodi esterni.

La diagnosi.

Purtroppo non esiste un test diagnostico. Non si sente molto parlare di questo tipo di depressione latente perché una sua diagnosi potrebbe essere molto complicata: chi ne soffre non è affatto consapevole del suo stato ma è convinto di soffrire di disturbi di natura fisica, tanto più che molti medici sono ancora riluttanti ad associare sintomi fisici a disturbi della sfera emotiva-affettiva e cercano cure mediche farmacologiche in base ai segnali somatici. La conseguenza è che molti casi di depressione mascherata vengono erroneamente diagnosticati e identificati come malattie fisiche senza causa apparente. L’esempio più comune è l’acidità di stomaco psicosomatica, ma non mancano studi e teorie che vanno ad associare anche alter malattie serie come l’artrite reumatoide e altre patologie autoimmuni a una matrice psicosomatica. I sentimenti e le emozioni, soprattutto quando lavorano silenti a livello inconscio, possono manifestarsi con disturbi fisici e questa non è solo una teoria ma la base su cui vertono discipline affermate come la medicina psicosomatica e la psico-neuroendocrinoimmunologia. Chi soffre di depressione mascherata finisce per “somatizzare” tutti i sintomi tipici della depressione e percepire, a livello emotivo solo una piccola parte del disagio psicologico della classica depressione.

I sintomi.

I sintomi psicosomatici della depressione mascherata sono, come detto,  molteplici: Dolori muscolari, dolori alle articolazioni, gambe pesanti e gonfie, bruciore e gonfiore di stomaco, dermatiti e altri disturbi della pelle, pruriti, mal di testa, difficoltà digestive, oppressione toracica e percezione di problemi cardiaci, stanchezza fisica. Tali sintomi si amplificano nei momenti di forte stress e difficoltà emotive e tendono ad avere un andamento ciclico: spariscono improvvisamente per poi comparire più avanti nel tempo senza evidenti cause fisiologiche. Non mancano poi sintomi psicologici quali: Ansia e/o dissociazione, bassa autostima, rimurginazione costante sul proprio stato di salute, paura di morire, sentimenti di tipo depressivo in funzione della sintomatologia somatica, difficoltà ad affrontare le situazioni e tendenza alla procrastinazione, ipocondria, basse capacità introspettive, preoccupazione e sconforto. Chi soffre di depressione mascherata non è consapevole del suo disagio psicologico e ricerca le cause dei suoi malesseri in ambito medico/fisico, sottoponendosi ai più disparati test diagnostici, con il fatto che, se i test hanno esito negativo, il referto nullo non tranquillizza il paziente ma lo scoraggia ancora di più.

La cura.

Alla diagnosi di depressione nascosta si arriva quindi “per esclusione”, quando il soggetto è sano e non sono presenti patologie fisiche in grado di spiegare un certo quadro sintomatico. Purtroppo è molto difficile da curare in modo diretto perché i suoi sintomi non possono essere correlati chiaramente alla sfera psicologica. La depressione è correlata alla bassa autostima, per uscirne, bisogna lavorare sulle risorse e sulla auto-realizzazione senza aspettarsi risultati immediati, e prepararsi ad un percorso lento e graduale. Bisogna imparare a trovare un reale appagamento emotivo, abbandonando quei carichi che gravano sulla psiche in modo silente e mascherato, causando disturbi di natura fisica. Si parte con il porsi queste domande: cosa mi fa star male e perché? Cosa mi fa arrabbiare e perché? Cosa mi causa ansia e agitazione? Perché ho paura di morire? Perché ho paura di perdere i miei cari…?

Poi bisognerà:

  • lavorare su l’autostima
  • accrescere la capacità introspettiva
  • lavorare sulla auto-realizzazione
  • lavorare sull’accettazione e la consapevolezza del sé
  • individuare eventuali questioni irrisolte
  • allineare i bisogni reali ai comportamenti

Si tratta di un lavoro sinergico che richiede quasi sempre il supporto di uno specialista (psicoanalista, psicoterapeuta…) e talvolta l’assunzione di antidepressivi, ma se ne può uscire a tutte le età.

Fonte : Club50 – art. a cura di Emilia31