a cura della Redazione “GreenTech”
Ecco cosa fare in caso non ne acquistiate e vi troviate nella necessità di smaltire un vecchio elettrodomestico.

Fonte : Tuttogreen – articolo di Luca Scialò
Il fenomeno è imponente in Italia, dove ogni anno si crea una vera e propria montagna di elettrodomestici da smaltire : 4 milioni tra frigoriferi, lavatrici, cappe, scalda-acqua e lavastoviglie ogni anno. In peso fanno 70 mila tonnellate di ferro, rame, alluminio e diverse tipologie di plastiche.
Questi i dati sugli apparecchi che giunti a fine vita vengono recuperati, smaltiti (la parte non riciclabile) e soprattutto sottratti all’inquinamento estetico e ambientale delle nostre città e campagne.
Un buon successo rispetto agli anni senza coscienza ecologica, la normativa specifica si è sviluppata ed è entrata in vigore negli ultimi dieci anni, ma c’è ancora tanto da fare perché non è entrato a regime il sistema di raccolta differenziata (non solo Napoli e dintorni).
Il ciclo di recupero degli elettrodomestici parte dal cittadino e dai distributori, i più grandi produttori di elettrodomestici fanno parte del consorzio Eco Dom che ha il fine del riciclo degli elettrodomestici, attraverso il conferimento nelle isole ecologiche gestite dai Comuni.
Si raccolgono ogni anno 1,8 kg per abitante ma ciascun cittadino ne produce ben 14. Dal centro di raccolta il Consorzio Ecodom si occupa del trasporto delmateriale nei centri di trattamento. Negli impianti, gli elettrodomestici vengono stoccati e messi in sicurezza attraverso la rimozione delle componenti pericolose.
Per frigoriferi e congelatori, gli elementi più pericolosi sono i gas ozono lesivi presenti nei circuiti refrigeranti. Quindi il primo passaggio è l’estrazione degli oli e dei gas CFC/HCFC e lo smontaggio del compressore dalla carcassa dell’elettrodomestico. Si ha quindi la raccolta dei gas e del poliuterano. Poi si passa alla fase della triturazione che si svolge in un ambiente ermetico ed al chiuso per evitare la dispersione delle sostanze nocive nell’ambiente.
Processo più facile per gli elettrodomestici no freddo (lavatrici, lavastoviglie, cappe) che si possono triturate anche all’aperto ma prima si devono rimuovere (manualmente) elementi pericolosi come interruttori e condensatori. A questo punto si passa alla separazione dei materiali (procedimenti meccanici e fisici) con il recupero di ferro, alluminio, rame, plastiche mentre si procede allo smaltimento del poliuterano.
Il consorzio Ecodom (non ha fini di lucro) riesce a recuperare l’80% dei materiali dagli elettrodomestici. Da un frigo, per fare un esempio, si ricavano e si recuperano: 28 kg di ferro, 6 kg di plastica e 3 kg tra rame e alluminio.
Un processo da incoraggiare, ma, prima di ogni altra cosa, da rendere noto a tutti.
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