a cura di Carlo Nicotera


Francisco Buarque de Hollanda, noto come Chico Buarque (Rio de Janeiro, 19 giugno 1944), è un cantante, compositore e scrittore brasiliano. È uno dei più noti autori e interpreti della música popular brasileira.

Chico Buarque proviene da un ambiente familiare intellettuale; suo padre, Sergio Buarque de Hollanda, è stato uno storico e sociologo noto e apprezzato, mentre lo zio Aurélio è stato uno degli autori del dizionario della lingua brasiliana. Bambino studioso, con un precoce talento per la musica e la scrittura, Chico fu appassionato dalla bossa nova e in particolare dai lavori di João Gilberto. Ha sposato l’attrice Marieta Severo e vive in Brasile, anche se durante gli anni della dittatura militare dovette rifugiarsi in Europa. Nel 1999 ha divorziato. Dal matrimonio sono nate tre figlie: la primogenita Silvia è un’attrice che ha lavorato al cinema e in tv.

Il suo esordio come cantautore è del 1964, a cui fanno seguito numerose apparizioni a festival musicali e a programmi televisivi. L’album che porta il suo nome rappresenta quella che sarà la sua produzione successiva, con dei samba accattivanti caratterizzati da un originale giocare con le parole nei testi e da un fondo di nostalgia. Il suo crescente impegno politico contro la dittatura militare lo porta all’arresto nel 1968, cui segue un esilio auto-imposto in Italia nel 1969.

Chico torna in Brasile nel 1970 e sfrutta la sua fama e la sua abilità di compositore per protestare contro la dittatura. Il suo brano Apesar de Você (Nonostante tu) riesce a sfuggire alle maglie della censura e, con la sua appena velata polemica, diventa l’inno del movimento democratico. Il singolo fu ritirato dal mercato dopo aver venduto circa centomila copie.

Appassionato alla scrittura fin da piccolo, ha composto poesie, sceneggiature cinematografiche e romanzi come: Disturbo (Mondadori, 1992), Benjamin (Oscar Mondadori, 1999), Budapest (Feltrinelli, 2005). Latte versato (Feltrinelli, 2010), Il fratello tedesco (Feltrinelli, 2018). Il primo ha dato vita al film omonimo di Monique Gardenberg (2003), mentre il secondo, in brasiliano Estorvo, girato da Ruy Guerra, ha partecipato alla 53ª edizione del Festival di Cannes (2000).