a cura della Redazione “Il Postalista”
Esiste il codice emissione (e non il codice a barre, che è un fallace neologismo). Infatti come ben sappiamo ogni prodotto soggetto alla vendita ha un codice numerico e la sua trasposizione in caratteri ascii per la lettura ottica (quello “formato a barre” per intenderci).
Anche in ambito postale ci sono delle emissioni in cui è presente un solo codice come quella dei vini DOCG o quella del 2009 per i Personaggi dei fumetti italiani.

Il primo identifica 15 valori, il secondo 3. Nella precedente edizione (1) ci siamo dilettati a ritrovare per i tutti i valori emessi dal 2000 al 2013 il relativo “Codice Emissione”, cioè quello che erroneamente, come stigmatizzato anche nell’ultimo nostro lavoro (2), viene definito “Codice a Barre”.
Ci siamo anche spinti oltre tentando di plattare tutti i codici, dal n°1, associandoli ad una specifica emissione.
Ovviamente molti sono stati i benevoli sorrisi che hanno accolto il nostro primo libro quando i numeri sono stati attribuiti ai francobolli anteriori al n°1203 “La Giornata della Filatelia” del 10 ottobre 2008, che per primo ha avuto impresso sulla cimosa il codice. Incredulità è stata riservata all’attribuzione di codici ai quei valori emessi in foglietti che non ne recano alcuno. Questi codici sono stati evidenziati in rosso proprio a rcare che esistono. La domanda più frequente che ci è stata rivolta “perché li avete chiamati “Codice di Emissione”?
Abbiamo risposto che si tratta di un vero e proprio sequenziale di protocollo.
Con gioia ora mettiamo in evidenza che la modulistica di Poste Italiane ci viene in soccorso. Anche Poste infatti li chiama “Codice Emissione”.
Eccovi rimauno stralcio dell’elenco delle Carte Valori Postali (CVP) di cui possono far richiesta le rivendite autorizzate.


Noterete che la prima colonna a sinistra richiama una elencazione specifica, appunto “Codice Emissione” ed il primo francobollo riporta un numero molto basso il n°1035, era stato evidenziato in rosso, associato al valore per Enrico Mattei del 29 aprile 2006, due anni prima che il codice fosse stampato! Un’altra immagine riguarda proprio la vendita dei foglietti, con tanto di “Codice Emissione”. Ed infine un modulo d’ordine dei CVP in cui si rimarca in prima colonna l’inserimento del “Codice Emissione” e solo successivamente la descrizione del valore richiesto.


Si spera che queste brevi note possano aver dato una risposta chiara e definitiva sull’argomento.
Articolo di Sergio MENDIKOVIC (L’Occhio di Arechi n. 68/69)
Il Postalista
Rivista on line di cultura filatelica e storico postale
Iscrizione Tribunale di Arezzo n. 1326/04 del 28 settembre 2004
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