a cura della Redazione “Storia & Ricorrenze”


61 incontri, 56 vittorie. Rapido nei movimenti,  con un allungo che sapeva cogliere di sorpresa gli avversari, Cassius Clay è stato uno dei più grandi pugili di tutti i tempi. Era nato a Louisville, nel Kentucky, il 17 gennaio 1942.

Mentre stava cercando una sua bicicletta rubata, capitò per caso in una palestra e lì cominciò ad amare la boxe, grazie anche a un poliziotto di origini irlandesi. Aveva solo dodici anni. Il futuro campione del mondo Cassius Marcellus Clay Jr. cominciò fin da giovanissimo a raccogliere trionfi.

Poco più che diciottenne partecipò alle Olimpiadi di Roma 1960: alla prima manifestazione ufficiale Cassius Clay conquistò la medaglia d’oro nella categoria mediomassimi. Dopo 4 anni trascorsi nelle serie minori, Cassius Clay poté finalmente sfidare il campione del mondo in carica dei pesi massimi.
Era il 25 febbraio 1964. Sonny Liston era favorito dai pronostici, ma Cassius Clay lo sconfisse in sole 7 riprese. Diventò così campione del mondo dei pesi massimi a soli 22 anni.

Fu in quel periodo che Cassius Clay cominciò a farsi conoscere anche per le sue dichiarazioni provocatorie

Il giorno seguente la vittoria,  il giovane pugile statunitense decise di convertirsi alla religione islamica e di cambiare il proprio nome in Muhammad Ali.

Nel 1965, ci fu la rivincita con Sonny Liston: il match è passato alla storia per il pugno fantasma dato da Muhammad Ali al suo avversario nella prima ripresa che ne decretò la sconfitta.

Gli anni successivi segnarono il dominio del pugile statunitense che difese per 8 volte il titolo di campione del mondo.

Nel 1967, Muhammad Ali fu condannato a 5 anni di carcere per il suo rifiuto a partecipare alla guerra in Vietnam, che gli costò anche il ritiro della licenza da pugile.

Fu quello uno dei momenti più bui della sua vita.
Decise di ritirarsi e venne attaccato per il suo impegno nelle lotte condotte da Martin Luther King e Malcolm X.

Poté tornare a combattere nel 1971 quando fu assolto grazie a una irregolarità nelle indagini svolte su di lui: sfidò Joe Frazier per la conquista del titolo mondiale, ma Alì perse alla quindicesima ripresa. La rivincita tra i due pugili si svolse il 28 gennaio 1974: Muhammad Ali finalmente sconfisse Frazier e, nell’ottobre dello stesso anno, sfidò Foreman per il titolo di campione del mondo. Dopo 8 riprese, Ali riuscì a mettere a terra Foreman e a conquistare il titolo dei pesi massimi. Anche l’anno successivo, il campione sconfisse Frazier a Manila.

All’inaugurazione delle Olimpiadi americane di Atlanta 1996, Muhammad Ali commosse il mondo  accendendo la fiamma olimpica: erano evidenti i segni dei tremori dovuti alla sua malattia, che affrontò, come un match di pugilato, con coraggio, forza di volontà e con il suo carattere d’acciaio. Per trent’anni lottò contro di essa come un leone e continuò a battersi per i diritti civili e per la pace.

Muhammad Ali ci lasciò il 3 giugno 2016 a Phoenix, all’età di 74 anni. Un knock out dovuto l’aggravamento della sua malattia. Stavolta il campione non era riuscito a vincere.


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