a cura della Redazione Digitale di MotoSportWeb


Umberto nasce il 4 maggio 1926 a Borgo delle Rose, nel parmense.
Dopo un passato da dilettante, esordisce nel motomondiale nel 1949 alla guida di una Morini nella classe 125. Inizia la carriera imbrogliando: dato che per correre è necessario avere almeno 21 anni, dichiara di essere nato nel ’24 invece che nel ’26. Nello stesso anno fu impiegato anche dalla Benelli nella 250 e dalla Gilera nella classe regina, la 500, diventando così uno dei pochissimi piloti a correre in tutte e tre le categorie principali nel primo anno di professionismo.
Cade sovente, ma gli va sempre bene. Anche quella volta in cui, ad Imola, ruzzola per terra, striscia per duecento metri, rimbalza contro un terrapieno, sfonda un cartellone, frana su di un albero e finisce nelle acque del Santerno.
Talento precocissimo, nel 1950 fu il primo italiano a vincere il mondiale nella 500, a soli 24 anni, grazie alle vittorie in due Gran Premi (in Belgio ed in Olanda) e ai 28 punti racimolati in classifica generale, solo un in più del secondo classificato, il britannico Geoff Duke che invece vinse il TT, l’Ulster ed il GP delle Nazioni a Monza, dove però Masetti fece segnare il giro più veloce della gara.

Grazie a questo successo Masetti divenne il primo “divo” del motociclismo. “Bell’Umberto” è uno dei soprannomi che gli affibbiano. Lo chiamano anche “il Ragioniere” per come affronta le gare. Ma pure “il Diavolo”, perchè è piccolo, magro, vestito sempre con una tuta nera e, nonostante l’attitudine a correre calcolando, capace di una temerarietà corsara. Per gli amici, è “Scarciola” (“scricciolo”, in dialetto emiliano). Per la stampa, “il Duca di Parma”, per contrapposizione con Geoff Duke, chiamato “il Duca di Ferro”. Ed anche Topolino per l’effige che porta dipinta sul casco. Un idolo della sua generazione, Masetti si dimostrò anche un uomo immagine a tutto campo, sia in pista, sia negli eccessi con le donne e nell’amore per il rischio.
Nel 1951, ancora alla guida di una Gilera, vinse l’inaugurale Gran Premio di Spagna, effettuatosi nello stesso circuito in cui correvano le vetture di Formula 1. L’anno seguente bissa il successo del 1950 grazie ancora alle vittorie in Belgio ed Olanda e ai 28 punti in classifica. Nonostante il trionfo nella classe regina Masetti preferì autodeclassarsi e passare nella 250 con la NSU, ma un infortunio causatogli da un caduta avvenuta ad Imola gli permise di disputare solo il Gran Premio delle Nazioni, in cui si piazzò in sesta posizione.
Nel 1954 tornò nella 500 con la Gilera, ma ancora una volta corse solo il Gran Premio delle Nazioni, in cui si aggiudicò la seconda piazza dietro il vecchio rivale Geoff Duke. L’anno successivo divise la stagione tra 500 (in cui arriverà terzo nella classifica generale grazie a 19 punti frutto di una vittoria, due terzi ed un quarto posto) e 250 (in cui si piazzò al quarto posto della graduatoria con un secondo, un terzo ed un sesto posto), stavolta in sella ad una MV Agusta, squadra a cui rimase fedele fino al 1958.
Dal 1956 in poi le sue apparizioni nei circuiti internazionali si fecero più rare e nel 1958, dopo aver corso senza successo nella classe 350, decise di ritirarsi dal professionismo. Cambiò idea qualche anno più tardi e nel 1962 corse con la Moto Morini nella 250, ottenendo  risultati deludenti: al termine della stagione annunciò il suo addio, stavolta definitivo, alle corse.


Due titoli mondiali non gli sono bastati per diventare ricco. A quel tempo il motociclismo concedeva guadagni ridicoli rispetto a quelli di adesso. Nel 1950, quando conquista il primo, Masaetti percepisce un compenso di cinquantamila lire al mese. La paga di un operaio. Per l’alloro mondiale, la Casa gli consegna un milione frusciante. Masetti va alla Fiat, compera una 1400 ed in tasca gli rimane poco o niente. Dovrà  lavorare tutta la vita; lo si poteva trovare in una stazione di servizio sull’Autostrada del Sole.
Dopo essersi trasferito a Maranello torna nel motociclismo nel 1997, stavolta in qualità  di dirigente della Aprilia. Negli ultimi anni della sua vita è stato
direttore dell'”Associazione Italiana per la Storia dell’Automobile” insieme ad un’altra vecchia gloria del nostro motociclismo, Nello Pagani.
Nel maggio 2005 Denia, la cittadina spagnola nei pressi di Valencia in cui ha sede il “Festival de motos historicas”, ha dedicato al grande pilota italiano una statua che lo ritrae in sella a una Gilera, la sua moto.
E’ deceduto all’età  di 80 anni appena compiuti, nella sua casa nella notte tra domenica 28 e lunedì 29 maggio 2006 per complicazioni all’apparato respiratorio.
In tutto il mondo il pioniere Masetti è stato considerato uno dei migliori piloti del mondo: 200 gare vinte, l’elezione ad Atleta dell’Anno nel 1951, una medaglia
al valore atletico e il titolo di Cavaliere al merito sportivo. Masetti, che non disdegnava ancora partecipazioni a raduni e gare con moto d’epoca.