a cura di Carlo Nicotera


Dire Tom Jobim equivale a dire Bossa novaUnanimemente considerato uno dei più grandi compositori del ventesimo secolo, è sicuramente il più importante nella storia della Musica Popular BrasileiraIn Brasile, lo chiamano O Mestre Soberano (il maestro sovrano), perché al di sopra della sua arte non c’è nessuno. A distanza di oltre sei decenni, le sue canzoni sono oggetto di studio nei conservatori jazz di tutto il mondo e attraversano trasversalmente gli stili e i gusti più disparati.

Antonio Carlos Jobim nacque il 25 gennaio 1927 a Rio de Janeiro, nel quartiere Barra da Tijuca, informazione non senza rilievo per un carioca, in quanto è uno dei bairros più ricchi, conosciuto per le spiagge e gli innumerevoli laghi. Il padre, Jorge Jobim, era un diplomatico, professore, poeta e scrittore, mentre la madre, Nilza Brasileiro de Almeida Jobim, era professoressa e direttrice di una rinomata scuola femminile. Aveva una sorella, Helena, poi divenuta scrittrice e giornalista. Il padre morì quando il piccolo Tom aveva otto anni e la madre si risposò con Celso Frota Pessoa, il patrigno che non è mai stato tale, ma che lo ha amato e sostenuto come un vero padre.

Perché il nomignolo Tom?

Mamma Nilza amava cantare per diletto e ripeteva spesso una canzone tradizionale francese che si insegna ai bambini e che recita: “Malbrough s’en va-t-en guerre, Mironton, mironton, mirontaine”. La sorellina Helena non sapeva pronunciare il nome del fratello, così lo chiamava Ton Ton, ripetendo parte del ritornello della canzoncina che le cantava la mamma. Da lì nacque il nomignolo Tom, che lo avrebbe accompagnato per il resto della vita.

A quattordici anni, Tom trovò un pianoforte nel garage di casa, acquistato non per lui ma per la sorellina. Dapprima iniziò a sfiorarlo per gioco, poi però cominciò a prendere lezioni da un maestro. Il suo primo insegnante di piano fu Hans Joachim Koelreutter, un tedesco scappato dal nazismo, poi maestro anche di Paulo, figlio di Tom, e di Daniel, figlio di Paulo. Disse del giovane Jobim: «Tom era un uomo di una intelligenza e di un pensiero profondo su tutto quello che faceva. Apprezzavo molto la sua musica. L’importanza per me in un artista è lo stile. Un artista che non riesce a creare un proprio stile è un imitatore… Quando si sente qualcosa di Tom Jobim, diciamo subito: questo è Tom Jobim! come se fosse una calligrafia che esprime il carattere, la mentalità, l’ideologia delle persone. Tutte le sue composizioni hanno questo marchio molto forte».

La Bossa Nova

Alcuni critici musicali fanno coincidere la nascita della bossa nova con il primo album interamente composto da Tom Jobim e Vinícius de Moraes per la cantante Elizete Cardoso, dal titolo Canção do amor demais, del 1958. Essenzialmente, perché il disco conteneva due pezzi in cui la chitarra era suonata da João Gilberto: Outra vez e, soprattutto, Chega de saudade. Quest’ultimo, rappresentò qualcosa di assolutamente nuovo. Un samba con una cadenza ritmica mai sentita prima.

La scoperta dello stile di João Gilberto si deve al fotografo Chico Pereira, che una sera si presentò a casa di Tom accompagnato da João, ritornato a Rio dopo alcuni anni di assenza. Chico aveva sentito alcuni brani del chitarrista baiano e voleva che lui li ascoltasse. João suonò Bim bom e Oba-lá-lá e Tom rimase colpito dalla sua chitarra, gli chiese: «Cos’è questa cosa, João?» e lui rispose «L’ho preso dall’ancheggiare delle lavandaie di Juazeiro» (NdR Juazeiro è la sua città natale nello Stato di Bahia). Passarono la notte a provare dei brani nuovi e João era attratto particolarmente da Chega de saudade. Tom lo invitò a prendere parte come chitarrista al disco di Elizete Cardoso.

La bossa nova stava nascendo e, da quel momento, tutti cercarono di copiare la batida di João Gilberto, che intanto incise quello che è universalmente considerato il primo vero brano bossa nova, la sua versione di Chega de saudade su disco a 78 giri, seguita dopo poco da Desafinado. La musica brasiliana era definitivamente cambiata.

Dalle sue dita nascevano capolavori

La collaborazione con Vinicius divenne sempre più intensa e Tom dovette farsi una scorta di whisky per l’amico poeta. Si racconta che le riunioni creative in Rua Nascimento Silva, 107 terminavano all’alba, finché Teresa non ebbe una bambina, Elizabeth. L’appartamento era di sole due stanze ed era facile svegliare la piccola. Allora, Teresa invitava tutti ad andare a casa di un amico, Carlos Madeira. Una volta, Teresa non trovò più bicchieri nel suo appartamento, erano tutti a casa di Carlos. Quelle notti e quei whisky produssero, tra gli altri, capolavori come InsensatezBrigas, nunca mais e Eu sei que vou te amar.

Poi, per motivi di lavoro, Vinicius dovette partire per l’Uruguay e Tom lavorò anche con altri parolieri. Con l’amico Newton Mendonça produsse capolavori assoluti, come DesafinadoMeditação e Samba de uma nota só; con Aloysio de Oliveira scrisse DindiDemais e Eu preciso de você; mentre fece tutto da solo per Este seu olharFotografia Só em Teus Braços.

Nell’agosto del 1962, con Vinícius e João Gilberto, partecipò allo spettacolo Encontro, organizzato da Aloysio de Oliveira. In quella che fu la prima esibizione dal vivo del poeta furono presentate, per la prima volta al pubblico, alcune canzoni rimaste nella storia della bossa nova: Só danço sambaSamba do avião e, soprattutto, Garota de Ipanema, che diventerà il manifesto del movimento. Finalmente, Tom poté comprare la casa di Rua Nascimento Silva, liberandosi dall’incubo dell’affitto, e la sua prima auto, un maggiolino azzurro.

Nel 1959 iniziò a comporre una sinfonia intitolata Brasília, Sinfonia de Alvorada, con Vinícius che si occupava dei testi recitati. Il presidente Juscelino Kubitschek voleva che fosse pronta per l’inaugurazione di Brasília. I due vissero per un periodo nella città, nei palazzi presidenziali, per respirare l’atmosfera di quei luoghi. Tuttavia, l’opera fu rappresentata per la prima volta solo nel 1966.


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