a cura della Redazione GreenMe
Poche frasi come quella che abbiamo scritto qui sopra sono diventate così popolari da essere rappresentate in infiniti meme e barzellette, fino a diventare l’icona più tipica del rapporto uomo-donna. Discettiamo un po’ su questo argomento e cerchiamo di ascoltare l’una e l’altra parte.
Ecco una scena che molte coppie si sono ritrovate a vivere. I due chiacchierano, magari sul divano di casa o in macchina, ma lei sembra stranamente distante. Distoglie lo sguardo, parla a mezza bocca. A quel punto l’uomo chiede: “Amore, ma che cos’hai?” e lei risponde: “Niente”.
Ora, se dobbiamo dar retta alle barzellette che si fanno spesso e volentieri intorno a questi episodi, l’uomo dovrebbe a ragion veduta iniziare a tremare, magari buttarsi direttamente dalla finestra: perché quel “niente”, che poi significa tutt’altro che niente, lo manda in confusione, gli sembra addirittura una violenza. La donna, dal canto suo, si aspetta che lui intuisca che cosa la fa stare male, che si avvicini, che la abbracci. Lei aspetta, aspetta la scusa, l’abbraccio rassicurante, e ciò che vorrebbe non succede. Risultato? Paralisi totale e rabbia di entrambi.
Uomini e donne sono diversi, è inutile negarlo: non che si tratti di una differenza biologica eterna e ineliminabile, ma piuttosto del sedimento di una cultura che ancora ci influenza. Quando una donna è arrabbiata oppure ha bisogno di sostegno e conforto, molto spesso evita di esprimersi direttamente. Questo deriva da un passato lontano nel quale al genere femminile era richiesto di reprimere la propria ira oppure il proprio desiderio e per questo era costretta a utilizzare un tipo di comunicazione passivo-aggressiva come unico mezzo per suscitare ascolto e interesse. I segnali che vengono lanciati nella scenetta che abbiamo descritto sono chiari: “ho bisogno di chiarimento, di conforto e di rassicurazione”. Purtroppo, questo genere di comportamenti non sempre viene letto dal partner maschio nel modo giusto.
Ma ormai dovremmo saperlo: abbiamo le riviste, i giornali, persino le barzellette. Dovremmo sapere che il misunderstanding in questi casi è praticamente scontato e che forse entrambi i partner avrebbero bisogno di cambiare il loro modo di agire in funzione di una migliore e più pacifica comunicazione.
Questo significa, per gli uomini, prendere atto di cosa sia l’atteggiamento passivo aggressivo e come farvi fronte e significa invece, da parte delle donne, avere il coraggio di esprimere fino in fondo la propria rabbia o il proprio desiderio di rassicurazione, evitando di ricorrere a messaggi contraddittori e fuorvianti.
Riconosciamo che determinati atteggiamenti “standardizzati” non fanno veramente parte di noi e del nostro carattere, ma sono piuttosto modalità disfunzionali apprese dall’esterno che è necessario modificare.
Uomini: impariamo a riconoscere che dietro certi “niente” si nasconde soltanto il desiderio di un abbraccio, e proviamo a darlo. Donne: cerchiamo di utilizzare modalità più personali e più dirette per esprimere i nostri bisogni, consce del fatto che ciò che è chiarissimo per noi può non esserlo per altri, e che la comunicazione “smozzicata” non aiuta a rendere fruibili le nostre emozioni.
Se il “cos’hai?”, “niente” resta una barzelletta sulla quale ridere, va bene: se invece diventa una modalità costante nei rapporti è il caso di elaborare nuove strategie comunicative che possano consentire un dialogo onesto e sereno a entrambe le parti.
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