di Felice Nicotera


‘A Sciantosa è un modo dire napoletano che affonda le proprie origini in un passato molto antico. Questa bellissima espressione dialettale – tuttora ancora in uso – viene spesso utilizzata per fare riferimento ad una donna elegante e dall’atteggiamento superbo o civettuolo.

La sciantosa era una figura professionale del café-chantant, confluita poi nei generi di derivazione come il teatro di varietà, la rivista e l’avanspettacolo. La nascita del termine si fa risalire quindi agli anni intercorsi tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento.

Il termine «sciantosa» è un’italianizzazione (o meglio una storpiatura della lingua napoletana) della parola francese «chanteuse», che letteralmente significa «cantante»: inizialmente, infatti, le sciantose eseguivano nei café-chantant brani e arie tratti da opere liriche o operette famose. Si può pensare alla sciantosa come ad una riproduzione, in piccolo, della diva del teatro d’opera. Col passare del tempo, però, il termine «sciantosa» acquisì sempre più il significato di donna fatale, seducente, ammaliatrice: alle effettive capacità artistiche della divetta di turno, dunque, erano preferite le caratteristiche fisiche e di portamento in scena.

Le sciantose erano uno dei pezzi forti nelle variegate proposte del cafè-chantant: solitamente si costruivano un passato ad hoc per rendere la loro presenza intrigante e maliziosa, parlavano con accenti stranieri per lasciar presupporre un esotismo che non apparteneva loro e millantavano storie d’amore con esponenti dell’alta società (magari solo intravisti in platea). Una caratteristica delle sciantose più ricche e famose era quella di potersi permettere dei claquer, ossia un gruppo di persone che, dietro compenso, applaudivano ed urlavano a dismisura alla fine delle esecuzioni per trascinare la sala nel delirio più completo, accrescendo così notevolmente la quotazione dell’ingaggiatrice di turno.

Famose sciantose furono Anna FougezPaolina GiorgiGilda MignonetteOlimpia D’AvignyYvonne De Fleuriel, Carmine Laurenza ed altre ancora. Col passare dei tempi e la nascita di cinema e televisione, la sciantosa come figura professionale è scomparsa, confluendo in quelle dell’odierna soubrette o showgirl.

A Napoli il più celebre locale che ospitò sciantose  fu Il Salone Margherita dove, nel 1898 un innamorato deluso sparò tentando di uccidere  Lucy Nanon, una sciantosa francese, durante un’esibizione. Attentato per fortuna fallito.

Nel 1894 Mario Pasquale Costa (1858-1933), autore di molte melodie di successo e ispirato da questo fenomeno di costume, mentre era seduto al tavolo di una birreria di Napoli, scrisse e musicò una canzone allegra e orecchiabile che intitolò ‘A frangesa  che divenne rapidamente un cavallo di battaglia di molte di queste sciantose che si esibivano nei teatri di varietà, e in qualche modo si riconoscevano nel ruolo.

Le parole della canzone ci trasportano in quel mondo del divertimento fin de siécle : un mondo di cafè – chantantcabarettabarin, locali che potevano anche non essere come Il Salone Margherita ma assai più modesti, dove spregiudicati impresari facevano esibire anche improvvisate compagnie di rivista, e che avevano per terra d’elezione Parigi: un tempo ormai lontano che ha tuttavia lasciato tracce nella musica, nelle commedie, e anche in vari film, tra cui il famoso La sciantosa titolo di un film di Alfredo Giannetti del 1971, interpretato da Massimo Ranieri e Anna Magnani nella parte della sciantosa.