a cura della Redazione “Italiacanora”
2001 (51a Edizione)
Lunedì 26, Martedì 27 Febbraio, Giovedì 1, Venerdì 2, Sabato 3 Marzo 2001
Presenta: Raffaella Carrà
Orchestra: Festival
Totale brani: 32 (16 Campioni + 16 Giovani)
LA FORMULA
Una interpretazione per brano;
1a serata: Esibizione dei 16 cantanti Campioni,senza votazione;
2a serata: Esibizione di 8 Giovani e di 8 Campioni con votazione, per entrambe le sezioni, della Giuria di qualità e della Giuria demoscopica dei consumatori di musica. Le quattro graduatorie – provvisorie e parziali – verranno rese note senza voti al termine della serata;
3a serata: Esibizione degli altri 8 Giovani e degli altri 8 Campioni, con votazione, per entrambe le sezioni, della Giuria di qualità e della Giuria demoscopica dei consumatori di musica. Al termine della serata verranno rese note, senza voti,le due graduatorie generali (Giovani e Campioni) espresse dalla Giuria di qualità e le due graduatorie generali (Giovani e Campioni) espresse dalla Giuria demoscopica dei consumatori di musica;
4a serata: Esibizione finale dei 16Giovani con votazione della Giuria demoscopica popolare. Al termine della serata verrà resa nota la graduatoria finale risultante dalla somma dei voti espressi dalle tre giurie, che peseranno in misura pari ad un terzo ciascuna. Verranno premiati 1°, 2° e 3° classificato della categoria “Giovani”.
5a serata: Esibizione finale dei 16 Campioni con votazione della Giuria demoscopica popolare. Al termine della serata verrà resa nota la graduatoria finale risultante dalla somma dei voti espressi dalle tre giurie, che peseranno in misura pari ad un terzo ciascuna. Verranno premiati 1°, 2° e 3° classificato. Oltre il cantante verranno premiati anche gli autori della canzone prima classificata. Assegnazione dei premi speciali attribuiti dalla Giuria di qualità tra tutte le canzoni in gara: miglior testo, miglior musica, miglior arrangiamento. Si istituisce l’assegnazione del “premio alla carriera”che verrà attribuito, in una delle cinque serate del Festival, dalla Città di Sanremo ad un grande Artista della musica.
Dopo il 1986, con Loretta Goggi, per la seconda volta il Festival è presentato da una donna, Raffaella Carrà. Inizialmente le veniva affiancato Fiorello ma poi lui stesso diniega, poiché ha la sua trasmissione in corso a cui badare, farà una sola puntata come ospite.
La Carrà è quindi affiancata: dalla bellissima fotomodella australiana, Megan Gale; dal nuovo grido come comico toscano (grazie ad alcuni films con Pieraccioni), Massimo Ceccherini e dal presentatore, diventato famoso per essere paparazzo, Enrico Papi, che gestirà il Dopofestival e darà alcune puntate sul palco dell’Ariston. La regia, per questa volta, è dell’ex-compagno della “Raffa nazionale”, Sergio Japino.
Purtroppo questo Festival, registrerà un calo d’ascolti impressionante, a causa forse dello spaesamento dei conduttori. Raffaella Carrà è sicuramente una presentatrice di successo, un grande carisma e grande bravura: forse però il suo ruolo non è sul palco di Sanremo, dove lei porta troppi cliché della sua fortunata trasmissione, “Carramba che sorpresa”, come la passione per la condizione degli Italiani all’estero (spesso lei ne accenna, con vari collegamenti al Dopofestival) e come una certo animo paternalistico, verso gli artisti in gara.
Megan Gale è bellissima, però non parla quasi per nulla l’italiano e le sue poche parole non sono troppo significative (alcuni diranno che è una “bella statuina”). Massimo Ceccherini, ha una comicità forse non adatta a Sanremo, molto triviale e abbastanza clownesca, (a volte lo si accusa di voler imitare Benigni, quando corteggia e salta addosso a Megan Gale). Enrico Papi è molto simpatico la prima sera, quando svela i “dietro le quinte”, intervistando i Big in attesa dell’esecuzione ma poi si limita ad una presentazione normale. Si esibirà, con la Carrà, in un momento di irrefrenabile ilarità, quando si avrà un collegamento con l’Argentina (a causa del ritardo dovuto al satellite), che farà giustamente indispettire gli argentini. Alla fine la tensione salirà ai massimi livelli: Ceccherini e Papi si insulteranno a vicenda e Ceccherini avrà uno scatto di rabbia iniziale, con l’idea di abbandonare il festival alla prima sera (poi è rimasto).
La situazione è peggiorata dalla regia di Japino, si scatenano le proteste dei cantanti, che spesso non vengono inquadrati. La situazione è parzialmente salvata da alcuni ospiti italiani: Mike Bongiorno, la prima sera, che si esibisce in un insolito Rap con Raffaella Carrà e Fiorello, che alza gli ascolti, nella sua breve ma indimenticabile performance.
Per la prima volta ci sono tre giurie (e non due), per evitare i capovolgimenti di voti improvvisi: quella di qualità (capeggiata da Gino Paoli e Iva Zanicchi), quella degli ascoltatori di musica e quella della gente comune. Proprio il portavoce della giuria di qualità, Piero Chiambretti, sarà in splendida forma e salverà in parte l’edizione, con battute degne del palco di Sanremo.
Dopo alcune clamorose smentite (come l’idea della Carrà di avere la prima sera tutte le recenti “vallette” di Sanremo, non accettata da queste a capo Alba Parietti, che si sentono sminuite dalla “Raffa nazionale” tornano alcuni super-ospiti italiani: Laura Pausini, Pino Daniele (che per un’ offesa a Bossi si beccherà una querela dal leader leghista) e Piero Pelù (che esibirà ancora la minaccia delle mine antiuomo).
Ci sono anche alcuni ospiti stranieri, da notare: Ronan Keating, Anastacia (che dovrà fare addirittura un bis), Moby, Enya, Ricky Martin e Antonio Banderas. In questo campo sono da ricordare due cose. Prima di tutto il “terrore Eminem”. Un giovane rapper americano, famoso per testi pesanti anti-omosessuali e per inneggiamenti all’uccisione dei genitori. Proprio durante il Festival si consuma un tragico delitto, di una madre e del fratellino da parte della sorella, che sconsiglia la presenza di questo ragazzo. La Carrà, col suo solito tono paternalistico, chiarirà le sue origini difficili e quindi tenderà a creare tenerezza intorno a questo ragazzo. Tutti saranno terrorizzati ma alla fine tutto si risolve in una innocua esibizione, di cui non si capisce neppure il testo del brano, visto che Eminem usa lo slang americano.
A sorpresa invece, problemi li daranno un altro gruppo, i Placebo. Saliti sul palco con gentilezza (anche la Carrà denoterà la carineria del loro leader), alla fine dell’esibizione, il cantante, distruggerà un amplificatore a colpi di chitarra elettrica; il pubblico dell’Ariston lo fischierà ed insulterà e si creerà un attimo di imbarazzo. Molti poi accuseranno la Rai, poiché questo gruppo è famoso per “distruggere” gli arnesi sul palco e i dirigenti potevano spiegare di non farlo.
Ancora una volta, Striscia la Notizia, creerà scompiglio. Dario Ballatini, il bravissimo imitatore, andrà in giro per Sanremo nelle vesti di un improbabile Vasco Rossi. Striscia segnalerà dei plagi, nelle canzoni di Syria e dei Sottotono. L’inviato Valerio Staffelli porterà dei “tapiri” (cioè un specie di premio per chi è “atapirato”, ossia abbacchiato), ai due artisti; i Sottono, dicono, a causa dello stress, lo malmeneranno brutalmente, mandandolo all’ospedale e dando (addirittura) dei fascisti a Striscia la Notizia.
La Carrà vorrà fare dei duetti con alcuni artisti fuori gara ma anche in gara (Giorgia e Peppino di Capri); all’inizio le saranno vietati ma poi lei li farà lo stesso.
La vincitrice è una sorpresa di per se. Elisa, nata a Monfalcone in provincia di Gorizia, è una timida e giovane cantante ma con una bellissima voce. E’ ironico che il Festival premi una cantante che, fino ad allora, aveva cantando solo in inglese e veniva a Sanremo (dopo aver detto, più volte, che mai ci sarebbe venuta), con una canzone italiana, “Luce (tramonti a nord est)”, tra l’altro di difficile comprensione. La sua talent-scout, sempre più brava anche in questo mestiere, è l’ex-casco d’oro, Caterina Caselli e il pezzo è firmato anche da Zucchero. Bravissima, la ragazza vincerà grazie anche alla sua grazia. Elisa non era data certo come favorita all’inizio della Kermesse.
La favorita, una delle due, si piazza al secondo posto, dopo un estenuante lotta con la giovane friulana, ed è Giorgia. Giorgia, dopo le tre presenze Sanremesi (1994,1995,1996), aveva detto che non si sarebbe più presentata, poiché cantava canzoni non adatte per il palco di Sanremo. Questa volta però, sempre Zucchero, le da una bellissima e difficile canzone, che la stessa Giorgia non può rifiutare, “Di sole e d’azzurro”. Ritorna così più matura, più donna.
Terzi, con loro grande felicità, arrivano i Matia Bazar. Il gruppo si ripresenta un anno dopo, un po’ delusi dalla posizione della loro “Brivido caldo”, dell’anno prima e portano una bella canzone, “Questa nostra grande storia d’amore”. Il terzo posto è dato anche dalla grande voce di Silvia Mezzanotte.
Un’altra artista era la più favorita, con Giorgia, ed è Anna Oxa. Con la sua ennesima presenza Sanremese, la cantante tende sempre a stupire (e forse questo gli darà solo il decimo posto) ma porta comunque, sempre una bella canzone, sperando nella sua terza vittoria (1989,1999). Sempre bellissima, porta un pezzo etnico, “L’eterno movimento”, accompagnata da dei percussionisti. Si presenta con un finto tatuaggio sul collo, con dei fiori e, all’ultima serata, addirittura spezzerà una rosa rossa sul palco…una bella canzone, che forse era valorizzata con minore eccesso. Come sempre torna una ondata giovanile, che distrugge il mito che a Sanremo non ci vanno i cantanti del momento. Eccettuata Elisa, che già si è detto vince.
Partecipano i Sottotono, rappresentati della musica Hip-Hop, con “Mezze verità”, un testo particolare ma che verrà relegato al penultimo posto. Debuttano anche i Bluvertigo, truccatissimi,il cui leader Morgan è neo-papà della giovane Asia Argento, presente in platea alla serata finale. Bellissima è la loro “L’assenzio”, che però è tragicamente ultima. Ritorna inoltre Alex Britti (tanto per dire “non sono uno di quelli che non torna più”), vincitore nelle “Nuove Proposte” nel 1999. Il suo è un difficile e bellissimo pezzo, “Sono contento”; apprezzabile la difficoltà e la sua bravura a suonare la chitarra, visti i suoi successi con canzoni “facili”.
Altri grandi ritorni e incredibili debuttanti. Prima di tutto Gianni Bella, che torna al Festival ogni 10 anni (1981,1991,2001). Gianni ritorna senza i suoi riccioli e un po’ imbiancato, dopo la fortunata amicizia con Celentano (fruttata gli ultimi due albums del “molleggiato”, come coautore), portando una bellissima canzone soul, “Il profumo del mare”, che è sempre sottovalutata, al quint’ultimo posto. Molto peggio va a Syria. La giovane cantante romana ritorna a Sanremo (aveva vinto tra i giovani nel 1996 ed era ritornata nel 1997), con un nuovo look, sia fisico che musicale. Dopo la conoscenza con Biagio Antonacci, porta un brano scritto da lui e quindi abbandona la sua vena melodica per un pop-rock, “Fantasticamenteamore”. Inoltre la giovane cantante è notevolmente migliorata fisicamente e si è fatta adulta ma il quart’ultimo posto non la risparmia.
Clamoroso inoltre il debutto, detta da lui era una voglia di rimettersi in gioco, di Fabio Concato. Il bravissimo e già famoso, cantautore, porta “Ciao Ninin”, un pezzo molto bello ma pacato, tipico delle sue composizioni. Dopo un anno, ritornano: la vincitrice in carica delle Nuove Proposte, Jenny B, con la sua solita grande voce e una bella “Anche tu”, firmata dagli stessi Matia Bazar e il neomelodico, Gigi D’Alessio, dopo il successone discografico dell’anno scorso, canta “Tu che ne sai”, una bella canzone dove si esalta la sua voce.
Partecipano anche due veterani della manifestazione: Michele Zarrillo, con “L’acrobata”, un testo molto bello ma una musica molto simile alle sue, che si piazza ad un ottimo quarto posto e Paola Turci, con un bellissimo pezzo, scritto assieme alla sua amica Carmen Consoli, “Saluto l’inverno”. Paola ottiene un bel quinto posto: la canzone sembra fatta apposta per la Consoli ma Paola ci mette la sua bella voce ed inoltre all’ultima sera, per la prima volta dopo il suo incidente, mostra la sua fronte.
Tra tutta questa gioventù e novità, arriva anche un grande “vecchio”, segno del tradizionale, Peppino di Capri. Cerca di stupire con un pezzo, che tratta di un amore di un extra-comunitario; difatti nella canzone c’è la frase, “Habibi enè”, cioè ti voglio bene in arabo. Purtroppo e con suo grande dispiacere la sua canzone non è apprezzata dalle giurie, addirittura il titolo, “Pioverà”, sarà preso come una danza propiziatoria della pioggia, che in quei giorni imperversa in Italia. Peppino rimedierà anche una brutta caduta, con tanto di livido, messo in diretta da Enrico Papi.
Infine, per dare un po’ di colore alla manifestazione, arrivano i Quintorigo. Il gruppo ritorna tra i Big,dopo l’esperienza tra i Giovani del 1999, con “Bentivoglio Angelina”. La canzone è sicuramente non pronta a vincere ma è molto particolare: la solita voce del cantante (che si presenterà con una calza al collo alla prima sera), una canzone che mischia uno stile anni ’40 (con tanto di “effetto radio” in alcune parti), con un clamoroso finale alla Frank Sinatra.
Caterina Caselli, si prende la rivincita nelle “Nuove Proposte” (non avendo mai vinto lei a Sanremo), vincendo, come talent scout, anche questa categoria. Il gruppo provoca polemica, poiché sono i Gazosa (il nome è dato dalla Caselli per sottolineare l’effervescenza del gruppo), una band composta da 4 ragazzini (di classe tra il 1985 al 1987), che però hanno qualità nelle voci e negli strumenti e cantano “Stai con me (forever)”. I 4 accettano una scommessa, proposta dalla Caselli, di fare a gara a chi prende più autografi dai Big (alla fine vincerà la tastierista, Valentina, a cui verrà regalata una bella chitarra).
La rivelazione è però un duo, destinato a sciogliersi, sempre di Caterina Caselli, Francesco e Giada, che rinverdiranno i tormentoni di Sanremo, con l’orecchiabile “Turuturu”.
Secondi, e fino all’ultimo in lizza per la vittoria, sono il duo dei Moses, con “Maggie”, cui il cantante si presenta vestito in maniera strana e con una bella voce.
Si notano, come sempre ultimamente, cantanti già sbocciati ma in attesa di consacrazione: Carlotta, esplosa nelle estati passati,che denota una bella voce e una bella canzone, “Promessa”; Sara 6(ex-Taglia 42, a Sanremo nel 1998), con “Bocca”, un grande talento ed infine Francesco Renga, ex Timoria, con una bella voce e con la sua “Raccontami”.
Da notare infine: gli Isola Song, un gruppo etnico sardo non amato dalle giurie (“Grazie”); Roberto Angelini, romano con una canzone impegnata sulla disoccupazione (“Il sig.domani”); gli Xsense, con una sonorità molto classica e particolare (“Luna”) e Principe e Socio M., un duo con una musica strana e un testo altrettanto particolare (“Targato Na”). Da notare infine il gruppo, dal nome stranissimo, i Pincapallina, con “Quando io”, un pezzo allegro ed orecchiabile.